Nonostante faccia di tutto per restare fuori dai guai, Edna Silvera, storica dell’arte e restauratrice di grande talento, finisce coinvolta in una nuova indagine. Questa volta il mistero riguarda il furto di una preziosa statuetta, sottratta dalla magnifica villa di un collezionista sulle colline genovesi di Albaro. Insieme al pezzo, di grande pregio, di proprietà del cavalier Petracchi sono scomparse anche le pagine di tre manoscritti medievali.
Così Edna si troverà a seguire lo strano filo rosso che, dalle miniature sui volumi antichi, si snoderà tra Genova, Roma, Venezia fino alle morbide colline piemontesi, lasciandole anche il tempo per un’inaspettata sintonia con Giacomo, il fratellastro del cavaliere.
In un tiepido novembre della Riviera ligure, fra impeccabili maggiordomi, silenziosi gabbiani, pesci scarlatti e segreti inconfessabili, sarà proprio quel filo rosso che viene da un passato fatto di donne, arte e colori a cucire le pieghe di un’affilata e imprevedibile commedia nera.

Titolo: Di rosso e di luce.
Autrice: Valeria Corciolani.
Genere: Giallo.
Serie: Le indagini di Edna Silvera (volume secondo; autoconclusivo).
Editore: Rizzoli Noir.
Prezzo: euro 9,99 (eBook); euro 16,15 (copertina flessibile).
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Giri l’ultima pagina.
Finito.
Soppesi il volume.
Quasi quattrocento pagine.
Era da un po’ che non leggevi un cartaceo e le spalle ti fanno male.
Guardi la copertina. Fantastica. L’autore dell’immagine ha saputo riprodurre la trasparenza e la lucentezza del cristallo.
Riapri il libro e, per un’ora, vai alla ricerca dei passi che ti hanno emozionato di più.
Succede così con i libri che ti colpiscono in modo particolare.

Ho fatto la conoscenza di Edna Silvera con il primo volume della serie, Con l’arte e con l’inganno. Confesso: ero prevenuta, “Ma come! Questa (trad. Valeria Corciolani) molla la colf e l’ispettore? Per una qualunque critica d’arte, restauratrice, ex docente universitaria, cinquantasettenne?”

Un momento: 57 anni, critica d’arte, restauratrice, ex docente universitaria. Ho deciso di dare una chance a questa tizia e non me ne sono pentita.

Stavolta, Edna Silvera è alla prese con: il furto di una statuetta da mezzo milione di euro, un altro furto di tre pregevoli pagine di manoscritti medievali, un’ex alunna universitaria, apparentemente topo di biblioteca e tremebonda collaboratrice; un maggiordomo che sembra il colpevole ideale, una morte sospetta, un attraente neurochirurgo. Cominciate ad allungare il collo, vero? E vi state dicendo che, bene amministrate, in fondo quattrocento pagine si bevono in due pomeriggi? Bene, è successo così anche a me.

La storia è ricca di colpi di scena, di pesci rossi (uno solo, ma ruba l’attenzione). Tornano in grande spolvero due personaggi del primo volume… e c’è anche un intermezzo sentimentale per Edna Silvera (fortunella!). Insomma: piatto ricco, mi ci ficco.

Per gli amanti della storia medievale il libro è una chicca; tutti gli altri trovano le descrizioni e le scoperte così accattivanti che d’ora in poi la parola “palinsesto” non farà più paura a nessuno.

Cinque stelline.