È sempre un piacere parlare del libro di un amico, specie se è un buon libro e riunisce un genere amato a un regista amatissimo come Sergio Martino.

Nella collana I cult del cinema popolare curata da Claudio Bartolini per i tipi Gremese, arriva questa terza uscita che celebra un postatomico, risalente alla stagione che fu l’ultimo hurrà del cinema di genere italiano.

Manuel Cavenaghi scrive un bel libro (illustratissimo, purtroppo non tutto a colori) dedicando con ragione la maggior parte del suo sforzo alla produzione del film, a ciò che rappresentava quel sottogenere che un po’ (tanto) strizzava l’occhio a produzioni straniere di successo, ma seppe ricavarsi una sua autonomia creativa tutta italiana. Le varie fasi della sceneggiatura, il casting, le mille notizie ti portano ‘dentro’ il film. Sinceramente, un’analisi sequenza per sequenza di un film di puro intrattenimento come questo mi sarebbe parsa esagerata! C’è, ma ha lo spazio che merita, lasciando campo ad altre considerazioni che sono il vero nerbo del volume.

I Love anni ’80. Sì, perché questo mi pare veramente il senso di una storia appassionante, che non è solo quella sullo schermo, ma anche quella dietro la macchina da presa. E mi piace lo stile di Manuel, che poi è quello per cui mi batto da sempre. Il cinema di genere, e non solo quello, ha bisogno di un’analisi fruibile, disinvolta, lontana da quello stile da ‘Cinematografo’ che serve solo a compiacere l’ego pseudo intellettuale della critica. Parliamo di cinema d’azione, facciamolo in modo divulgativo e piacevole.

Consigliatissimo.