Durante l’inverno, molte specie di volatili migrano dalla montagna verso climi più miti, ma alcuni fedelissimi della restano, e a loro sostegno ci sono le derrate alimentari messe a disposizione dagli umani stanziali. Le mangiatoie offrono un aiuto per piccoli coraggiosi, un chiassoso punto multicolore nel biancore ovattato dell’inverno e l’occasione per osservare.
Merli, pettirossi e tutti i tipi di cince sono i clienti più comuni. Si avvicinano al cibo con un ordine prestabilito, una gerarchia non scritta fa sì che tutti riescano a sfamarsi in modo sufficientemente civile.
Solo i pettirossi creano scompiglio. Sono animali estremamente territoriali e mal sopportano la presenza degli altri, quando mangiano non permettono a nessuno di avvicinarsi, facendo addirittura scappare i merli, che al loro confronto sono veri giganti.
Ma per quanto aggressivi e combattivi, nulla possono contro i passeri.
Animali gregari per istinto, i passeri arrivano alle mangiatoie in gruppi numerosi e rumorosi, invadono la mensa e, svolazzando in tutte le direzioni, hanno la capacità di frastornare anche i pettirossi che, dopo aver cercato invano di dettare legge, sono costretti a rassegnarsi e aspettare in disparte che il gruppo di teppisti si sia sfamato.
La convivenza quasi pacifica tra gli uccelli dura fin verso metà febbraio, poi, con l’approssimarsi della stagione riproduttiva, i maschi di ogni specie iniziano a fare “cose da maschi”, si azzuffano, litigano e cercano di farsi notare dalle femmine, rompendo l’armistizio che avevano firmato con l’arrivo della brutta stagione.
Le mangiatoie, però, rimangono sempre fornite. In montagna, la fine dell’inverno spesso non corrisponde al calendario umano, meglio essere previdenti.
Credits: copertina Canva Photo.
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