Quanti di noi hanno un libro nel cassetto? Quanti sentono il bisogno irrefrenabile di condividere con gli altri i propri pensieri e trasmettere loro qualcosa di importante?
Gli ingredienti per un buon libro sono pochi: idee semplici ma chiare e ovviamente un minimo di competenza linguistica. Ma ciò che fa davvero la differenza secondo me, non è cosa si cucina ma come vengono abbinati gli elementi. Come direbbero i giudici di Masterchef, la presentazione è fondamentale per la buona riuscita del piatto.
Questa rubrica è pensata per tutte quelle persone che vogliono fare il famoso salto di qualità, accostandosi alla scrittura in modo “professionale”. Lo vuole fare in maniera semplice, senza alcuna pretesa, attraverso le parole e l’esperienza di autori che questo percorso lo hanno già intrapreso con successo. Questo perché sono convinta che la scrittura non sia solamente ispirazione e talento, ma anche (soprattutto) studio e impegno.
Comincia oggi una serie di articoli, “LEZIONI IN PILLOLE PER ASPIRANTI SCRITTORI” , che continuerà con appuntamenti settimanali fino alla pausa estiva.
Il piano che Valentina G. Bazzani ha preparato per voi:
- L’idea, tutto parte da qui (Francesca Cani).
- Dall’idea al progetto, passando per la trama (Diego Romeo).
- L’editing e la figura dell’editor (Stefano Mancini).
- L’agente (Francesca Costantino).
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IL PROCESSO CREATIVO
Lezione n°1: L’idea, tutto parte da qui
“(…) Non esistono un Magazzino delle Idee, un Supermercato delle Storie o l’Isola dei Bestseller Sepolti. Le buone trovate nascono letteralmente dal nulla, piovendoti in testa da un cielo apparentemente limpido: due pensieri in precedenza disgiunti si uniscono, creando qualcosa di nuovo sotto il sole. Il vostro compito non è mettervi a caccia di certe illuminazioni, ma saperle riconoscere quando si presentano.” (Stephen King -On Writing, Autobiografia di un mestiere).
L’idea… tutto nasce da questo germoglio di infinite possibilità, che si sdoppia, si ramifica, si sviluppa fino a diventare una storia. Se avete questa, avete in mano la chiave per scrivere un potenziale bestseller. Non tutte le idee sono uguali, però.
Ne parliamo insieme a Francesca Cani, affermata autrice per alcune delle maggiori case editrici italiane, i cui romanzi storici sono molto apprezzati dalle lettrici (e dalla sottoscritta).
Bentrovata Francesca grazie per essere qui con noi.
Ciao Valentina, sono felice di essere ospite della tua nuova rubrica sul Blog di Babette. Credo che sia interessante e stimolante capire quali sono i processi alla base della nascita di un romanzo, vi seguirò con interesse.
Come fai a capire quando l’idea che ti balena in testa da un po’, quella che non ti fa dormire la notte e ti segue durante la giornata, è quella giusta?
Secondo la mia esperienza, la costanza ha un ruolo molto importante nella scelta dell’idea alla base di un romanzo. Tutti noi percepiamo suggestioni dal vissuto, dalle letture, dai film e dalla musica, ma in genere si tratta di visioni fugaci, stati d’animo che svaniscono alla svelta. L’idea giusta per un romanzo rimane, si fa solida con il passare del tempo, incontra delle difficoltà e sopravvive, insomma vuol venire alla luce. All’inizio è come dici tu, non fa dormire la notte, ma poi questa fase di folgorazione passa e allora bisogna amarla davvero la storia per permetterle di parlarti. Mi accorgo di essere sulla via giusta quando, di punto in bianco, capisco di avere ben chiara la vicenda di tutti i personaggi, anche di quelli minori. Dopo tanto pensare, si dipanano davanti a me le loro vite, conosco il loro passato, so chi sono e cosa vogliono. In pratica si crea un piccolo universo che dà concretezza a tutta quella parte del romanzo che è ancora custodita nella mia testa. Le idee che profumano di realtà sono le migliori.
Quando siamo sicuri di averla trovata, come procedere? Qual è stata la tua esperienza in tal senso con uno dei tuoi romanzi più conosciuti: Tristan e Doralice, un amore ribelle?
Che siate abituati a fare scalette o meno ha poca importanza, a un certo punto bisogna partire e scrivere. Io mi butto a capofitto, non sento nient’altro, non vedo nient’altro, sparisco. Ho una famiglia e un lavoro, ma sono sempre concentrata sul testo. Per Tristan e Doralice è stato impegnativo, perché trattandosi di uno storico ho dovuto fare delle ricerche accurate, ma avevo ben fisso l’obiettivo e anche se ci sono stati momenti in cui ho disperato, non ho mai smesso di puntare alla qualità. Le frasi possono essere migliorate, il punto focale di una scena può essere nutrito, non bisogna essere pigri, né frettolosi o frustrati. Ho chinato la testa e per più di un anno ho scritto e riscritto, ma non è stato pesante, lo rifarei. Anzi, è proprio quello che faccio tutti i giorni!
Che cos’è per te il processo creativo? Come affrontarlo?
L’ispirazione vera è inspiegabile, si tratta di magia o di qualche bizzarra reazione chimica del nostro cervello, datele la definizione che preferite. Però va gestita, oppure si è in preda di fuochi fatui e improvvisi, ma del tutto disomogenei. Non è qualcosa che si possa conservare sotto vuoto, d’accordo, ma si può stimolare e pilotare. Io penso molto mentre creo, in pratica medito senza accorgermene. Vi sembrerà assurdo, ma qualsiasi attività che stimoli la riflessione aiuta in tal senso. Correte, se questo vi svuota la mente. Cucinate, dipingete, fate il punto croce, riparate una vecchia bici, fate ciò che vi fa stare meglio e scoprirete enormi benefici nella gestione della creatività.
Una domanda che faccio a tutti gli autori. Hai un’abitudine particolare, un gesto scaramantico che precede o ti accompagna nella scrittura?
Niente di particolare, ma quando scrivi tutti i giorni come faccio io l’essenziale è che non ti sembri un appuntamento dal dentista e non diventi una routine. Mi piace scrivere in un posto bello, metto una piantina di fianco al monitor del pc, perché mi dà energia. Amo il silenzio, preferisco scrivere la mattina presto, mi servono solo litri di caffè e la mia scrivania, che adoro e tratto con cura. Non ho bisogno d’altro.
Tre consigli “in pillole” a tutti gli autori/autrici esordienti.
1) Parlare dei propri progetti, con chiunque, non è necessario che il vostro interlocutore sia un esperto o un lettore. Vanno bene anche la mamma, il marito o il fidanzato, l’amica, basta qualcuno con cui confrontarsi. Quando vi viene in mente qualcosa di buono, mettete subito l’idea alla prova, vi accorgerete che spiegare ciò che vi sembra perfetto è il primo passo per concretizzarlo.
2) Seguire l’istinto va benissimo. Se provate passione, se ciò che scrivete vi scorre nel sangue prima che in testa, potrebbe essere la via giusta. Ma non dimenticate che il vostro testo dovrà entrare nella testa dei lettori e, se sarete fortunati, solo dopo scorrerà nelle loro vene.
3) Dubitare di sé, l’eccessiva sicurezza crea testi scialbi e poco curati.
Grazie Francesca per essere stata con noi. In bocca al lupo per i tuoi romanzi, continuerò a seguirti con interesse.
È stato un piacere! Ciao a tutti!
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Grazie infinite! Brava Valentina!
Grazie a te Francesca per la tua disponibilità!
Interessante. Io, per esempio, ho la casa piena di ritagli di giornali. Un amre di idee che non so se concretizzerò mai. Grazie, ragazze.
Io non riesco a scrivere a mano, perché ho una calligrafia a di poco orrenda. Ma la “scrivania” del mio Mac è un po’ come casa tua. Piena di idee, appunti e sinossi scritte sul momento. Perché nel mio computer vige solo una regola, non si butta via niente!
Grazie a te