Davo è un ragazzo nella media. Ha un buon lavoro, una casa propria e passa i fine settimana al pub. Accetta completamente di essere gay, ma non vuole essere uno di quei gay effeminati. Gli piacciono il football, le altre attività maschili ed evita accuratamente tutto ciò che potrebbe essere considerato femminile, comprese le relazioni che durano più di quindici minuti.

Un giorno, l’amico e idolo gay di Davo non solo trova un fidanzato, ma adotta perfino una bambina. Davo è profondamente sconvolto e corre al pub. È proprio lì che incontra Lee, una ragazza carina dai capelli color ciliegia, con un bel vestitino e un paio di scarpe rosse a punta. Davo ne è affascinato, ma com’è possibile? Lui è gay, no? Poi Lee gli confessa di essere in realtà un ragazzo a cui a volte piace indossare abiti da donna. Stravolto da quell’attrazione così bizzarra per lui e le sue idee, Davo inizia un lungo cammino che lo porterà ad accettare se stesso senza dare importanza a ciò che pensano gli altri.

Titolo: Tu sei la ragione.
Autore: Ranae Kaye.
Genere: Romance M/M.
Editore: Triskell Editore.
Prezzo: euro 5,99 (e-Book).

Un romanzo molto interessante * * * *

Il personaggio meglio tratteggiato del romanzo è proprio Davo: con i soprusi e il bullismo subiti nell’adolescenza è comprensibile che, anche da adulto, abbia dei problemi non tanto con la propria omosessualità, quanto con tutto ciò che sa di effeminato.

Si tratta di un argomento molto delicato e quindi chiedo scusa in anticipo se qualcuno si sentirà offeso da quello che dirò. Personalmente non capisco proprio il travestitismo, eccetto, ovviamente, nei casi di transgender. Anzi mi pare un modo di rinnegare il proprio orientamento sessuale. Senza contare che certi atteggiamenti “femminili” leziosi mi danno fastidio anche nelle donne etero. Sono convinta che ognuno di noi debba far rispettare la propria specificità e quindi pratiche come quella del tucking, di cui non sapevo nulla prima di questo romanzo, mi fanno quasi orrore. Certo mettere una gonna o una tunica per un uomo (etero o gay non fa differenza) è strano nel nostro paese, non ad es. in Scozia o in Arabia. In Italia oggi è solo una questione di abitudini, opportunità e magari anche prudenza. Stesso discorso si può fare per il trucco maschile che in Europa era “normale” ancora nel Settecento. Oggi, al di fuori del teatro e simili, mette a disagio noi etero e attira attenzioni pericolose in una società ancora un po’, e forse più che un po’, omofoba.

Questa digressione spiega perché io quindi condivida il punto di vista di Davo, anche se poi, quando si ama, cosa che il personaggio si è negato fino a questo momento, si finisce per accettare tutto del partner, ovviamente.

L’autrice, secondo me, rappresenta al meglio il processo di maturazione affettiva del protagonista. Purtroppo un po’ melenso il finale.

Le recensioni de L’Artiglio Rosa