Assomigliava molto a suo padre, ne conservava il
cipiglio fiero e autoritario, ma era pur sempre una diciottenne spaventata in
balia degli elementi. Pallida, con il volto graffiato, le labbra spaccate dal
freddo, gli indumenti inzaccherati di melma e sangue, teneva le piccole mani,
sporche e ferite, chiuse a pungo lungo i fianchi.

Il volto di Akron, erede al trono di Mahdir. Occhi del
colore della cenere, viso ombreggiato dalla barba, naso affilato, zigomi ben
disegnati, capelli lunghi sulle spalle, acconciati sulla nuca in una mezza coda
castano chiara. Il figlio di Baltron il sanguinario.
Titolo: La Leggenda di
Ghelbes Tal – Il destino di un re.
Autore: Virginia Parisi.
Editore: Spinnaker (2014).
Pagine: 434
Prezzo: euro 4,50 (ebook);
euro 12,75 (copertina flessibile).
La mia valutazione: cinque
stelline.
Anno 1454. Era del Sole Bianco. Terre Note.
Dormiente, come un guerriero sconfitto in battaglia,
ma ancora vigile e in grado di riprendere le forze, il potere oscuro dei
Negromanti è in attesa che il tempo generi un prescelto. Uno spirito nefasto
capace di richiamare le anime dei Grausam dagli Inferi, di armare in segreto
uomini e demoni e infrangere la pace stipulata coi Seher, stirpe di Veggenti e
guerrieri straordinari. E così è avvenuto. Duecento anni dopo la fine della
Prima Grande Guerra per il Dominio delle Terre Note, le legioni Grausam e
l’esercito di Erden si spingono oltre i confini a Ovest, invadendo Einor e la
città di Weibe Dunen. La dinastia dei Langlebig viene sterminata, eccezione
fatta per l’ultima discendente, Airyn, principessa del Regno dell’Ovest, in
fuga con il resto dell’esercito insieme ad Hadrian, della stirpe dei Seher. La
minaccia di una nuova guerra non è solo un presagio nella notte più fonda, ma
una realtà peggiore di qualsiasi incubo. Tornare a combattere per ripristinare
l’equilibrio di una pace fittizia e precaria non sarà sufficiente, giacché il
potere dei Mahdir, progenie dei Negromanti, si è fatto ancora più crudele e
terribile. Per contrastarlo non è necessario solo raccogliere gli uomini
migliori ed esortarli a credere nel proprio coraggio. I sopravvissuti e coloro
che si uniranno a loro, dovranno sfuggire ai disegni del destino e alle parole
di un’antica profezia. E mostrarsi così arditi da poter scegliere da che parte
stare e cosa essere.
 

Virginia Parisi ci fa entrare
in luoghi dove impera sempre il giorno, dove le foreste sono incantate e
insieme spaventose, dove vivono mostri, spettri e veggenti imperscrutabili. In
questo mondo pieno di sangue e di morte, l’eterna lotta fra il Bene ed il Male
giunge a compimento, insieme alla sorte dei protagonisti, Akron, principe
negromante del Nord e Airyn, principessa dell’Ovest. Personaggi di tutto
rispetto, resi con un linguaggio ricco e raffinato, a tratti (meraviglioso!)
barocco. Akron è oscuro, pieno di odio e di disprezzo. Ayrin è volitiva, tenace
ai limiti della testardaggine. Destinati a odiarsi, a combattersi, ad amarsi.
Ferita gravemente e
imprigionata, Ayrin viene portata nell’accampamento nemico. Privata del cavallo-unicorno
e della spada Harte, eredità paterne, viene legata per l’eternità al principe
Akron, colui che ha distrutto Einor e assassinato la sua famiglia,  mediante un bracciale Hilerm, antico amuleto
impossibile da sfilare e distruggere.  
Ayrin non sa ancora che un’antica
profezia racconta il suo destino: sposerà il suo acerrimo nemico e il figlio di
quest’unione diventerà re di Ghelbes Tal, regno della Valle Ambrata.
Alla ricerca di questo luogo
mitico partono i due protagonisti del romanzo, riluttanti compagni di viaggio: l’avventura
è entusiasmante, ricca di colpi di scena, di battaglie, di combattimenti, d’amore.
All’interno di essa, scorre la storia personale di Akron e Ayrin, destinati a
crescere insieme e ad amarsi. In un viaggio che è anche un percorso interiore e
di conoscenza reciproca.

Ecco un fantasy classico nel
senso migliore del termine: per la creazione del mondo crudele in cui si svolge
la vicenda, per la vicenda stessa, così perfetta nel suo dipanarsi, per i
personaggi meravigliosi. Una voce italiana, quella di Virginia Parisi, degna di
stare alla pari con ben più conosciuti autori.