Il bar dei cani” è un romanzo ambientato nella Genova dei primissimi anni ’80. Il protagonista è un bambino che passa i pomeriggi al bar sotto casa ed è affascinato dagli adulti che lo frequentano, dei ragazzini mai cresciuti che trascorrono le giornate parlando di calcio anche se le due squadre cittadine passano momenti non proprio esaltanti. Ma il derby a Genova non è mai solo una questione di calcio. C’è un avventore che rimane avvolto nel mistero, è arrivato al bar un giorno come tanti altri e da allora è tornato ogni giorno occupando sempre lo stesso tavolino. Nessuno sa chi è, e il suo terribile aspetto non invoglia certo a chiederglielo. Pino, il barista, è un personaggio carismatico, un mito per tutti i ragazzini del quartiere. È il regista della commedia non scritta che tutti i giorni va in scena al bar. Tra uno scherzo e una bevuta, le giornate sembrano passare tutte uguali in quello che è un microcosmo che rispecchia l’epoca in cui è ambientato il romanzo. Un momento storico di grandi cambiamenti, politici e sociali, che fanno sperare in un futuro migliore e che regalano un presente in cui si percepisce un diffuso senso di serenità. Un presente fatto di rapporti umani veri e di gioie condivise, come la vittoria degli Azzurri al Mundial del 1982. Un presente scandito dalle canzoni del jukebox del bar che spesso suona “L’taliano” di Toto Cotugno, diventato in brevissimo tempo un vero e proprio inno nazionale. Cosa possono desiderare di più gli italiani di una Nazionale vincente e di una canzone da cantare?

14825807_10154651248821667_1794624470_n-png“Il bar dei cani” nacque nel 2013 come monologo teatrale. Non andò mai in scena e rimase per un po’ di tempo in un cassetto, fino a quando non realizzai che poteva essere la traccia di un romanzo. Iniziai a lavorare alla struttura narrativa, alla descrizione dei personaggi e ai dialoghi. È stato un ottimo esercizio di stile e un secondo viaggio sulle tracce della mia infanzia, perché “Il bar dei cani” è ambientato nel quartiere dove sono cresciuto e Bruno, il bambino protagonista, racconta gli anni ’80 come li ho vissuti io: frequentando il bar sotto casa, il miglior osservatorio sulla società di quell’epoca.

Dopo aver riletto e corretto il romanzo, lo consegnai a una persona fidata che, come me, scrive per la televisione. Devo ammettere che l’occhio di una persona esterna è davvero utile: è uno specchio, la voce della coscienza, un evidenziatore dei limiti del nostro lavoro. Dopo aver rimesso mano al romanzo seguendo i consigli ricevuti, m’informai in rete sul self-publishing. Ero sicuro che potesse essere il miglior giudice di ciò che avevo scritto. Scelsi un’unica piattaforma, forse la più popolare, e alzai l’asticella impostando un prezzo di vendita importante per un esordiente. In sei mesi furono scaricate centinaia di copie, un buon risultato. Un’autrice segnalò il mio romanzo al suo editore: fu così che nell’ottobre 2015 “Il bar dei cani” dalla versione digitale passò a quella cartacea. Quest’estate è stata stampata una seconda edizione per soddisfare la richiesta del pubblico.

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Graziano Cutrona, nasce a Genova 43 anni fa. Autore televisivo, ha collaborato a popolari trasmissioni TV: Isola dei Famosi, Colorado, X-Factor, Matricole & Meteore, Music Farm, Temptatio Island, Tù Sì Que Vales, Hell’s Kitchen. Vive tra Voltri, Milano e Roma ma è cresciuto nel quartiere genovese di San Fruttuoso, in cui è ambientato il suo primo romanzo: “Il bar dei cani”.