Stefania Auci apre con Babette Brown legge per voi il BlogTour dedicato al suo ultimo romanzo storico, “Florence”, già presentato in queste pagine per la Rubrica “News” (https://babettebrown.it/florence-di-stefania-luci/).
Vittoria Corella ha letto in anteprima il romanzo, che uscirà l’8 luglio per Baldini & Castoldi. Ecco che cosa ha scritto per noi.
A bocca aperta e mani ferme, pigio il tasto l’ultima volta e il mio kindle mi chiede brutale “Rate this Book”. Il Kindle è una macchinetta tanto graziosa, ma non ha anima. Dovrebbe chiedermi “Come stai ora?” e accertarsi se ho l’occhio lucido. Il Kindle non vede che mi mordo l’interno delle guance, non sente il sospiro. Comanda solo “Rate this book” (Il mio Kindle è anglofono, è venuto dritto dritto dagli USA anni e anni fa e non ha il cervello per imparare l’italiano e il cuore per aspettare un secondo, darmi respiro).
“Rate this book”, ovvero “dai un giudizio a questo libro” Da uno a cinque. Facile vero? Tu che sei una macchina, tu che non hai difetti di fabbricazione tipici dei lettori umani, che non sospendi la tua incredulità e entri dentro la testa e il cuore di un personaggio e soffri se lui soffre, o ami quando lei ama. Povero piccolo Kindle. E povera piccola me, lettrice umana col difetto, che ha messo nel mostriciattolo “Florence” di Stefania Auci. Anteprima assoluta.
Torna all’inizio, stupida macchina, ti insegno io a chiedere brutale che voto assegno a questo libro!
Intanto, macchinetta mia, hai mai sentito parlare di motore diesel? Dovresti, con tutti quei libri nella tua pancia. “Florence”, ti spiego, è un diesel. Comincia piano, un passetto dopo l’altro, apre una porta su un’epoca e un mondo e ti fa guardare dentro. Mette lì tutte le sue cose e ti dice: ti parlerò di Guerra. Ti parlerò anche di Amore. Ti parlerò di un Mondo che si è fermato in punta di piedi sul bordo di una voragine mangia uomini che si chiama Grande Guerra, Prima Guerra Mondiale. Vuoi andare oltre? Click, fa il dito sul tasto, voltiamo la pagina elettronica e entriamo.
Diesel: all’inizio non sai, non comprendi. C’è gente qui dentro, ci sono persone, in particolare due: Ludovico e Irene, che all’inizio si sfiorano appena e poi prendono binari paralleli che sembrano destinati a non incrociarsi mai.
Ludovico ha molti conti in sospeso col destino e con la sua vita. Ludovico è partito male, ma è arrivista, vuole affermarsi come giornalista, vuole essere molto, molto di più del poco da cui arriva. È arrogante. È quasi disumano. Non ti conquista. Non subito. Inizia da ‘cattivo’, rancoroso, arrampicatore, innamorato di una cosa sola: il successo che farà di lui qualcuno. Ma ancora scalpita ai bordi, la “Nazione” , giornale per cui scrive va bene, ma non abbastanza. Lui esige molto di più. Forse è per quello che per la prima parte del libro non vede Irene, negli occhi ha solo la Guerra neonata, di cui vuole scrivere come inviato al fronte, occhio e orecchio di un’Italia che ancora deve decidere se entrare in questo terribile scacchiere o meno. Italia ai margini, che deve farsi spazio in Europa, come Ludovico deve farsi spazio nella vita. Ludovico che vuole per il suo Paese un destino uguale al suo: entrare nel vivo dell’azione, essere un vero protagonista. I ‘protagonisti’ non possono essere simpatici, non subito. Non hanno dubbi loro, sono come il mio Kindle. Non tentennano, non riflettono. Guardo Ludovico e lo sento così lontano, così freddo. Non mi fa pena la sua vita in Italia, e quando sbatte il grugno contro il maglio di una Guerra che maciulla corpi e sventra case, vorresti dirgli ‘te lo sei cercato, amico mio’. Ma solo le macchine e i personaggi non riusciti non cambiano con l’evolversi della storia e della vita. L’esperienza disumana della Guerra fa di Ludovico una persona, di quelle vere, dentro cui puoi entrare e sentirle vivere. Ecco, Ludovico nella parte mediana del romanzo nasce davvero. Succederà anche con altri personaggi qui dentro: li odierete, ma poi, piano piano vi toccheranno l’anima e vi scalderanno il cuore. Lasciateli fare, non abbiate fretta. Diesel.
Ludovico non è più solo un nome, ora nella tua testa eccolo prendere forma e faccia. Lo puoi vedere, e lui comincia a vedere gli altri: Claudia, la sua amante altolocata, non è più solo una scopata e via. Gli amici pacifisti, che lui avversa all’inizio, vibrano davanti ai suoi occhi. Infine Ludovico vede Irene. Finalmente. Così vicina da poterla toccare, l’ha tenuta lontano. Irene è il tassello mancante che fa di Ludovico un personaggio che vive. Non solo, i due si specchiano, si avvicinano e Irene perde quell’aura da bambola costosa nel negozio di giocattoli, anche a Irene cresce l’anima. Ora, Kindle mio, chiedi ancora se posso dare un voto al libro? Aspetta, la fai troppo semplice. Rate this Book. Oh no. Non posso, è come dare cinque stelle a tua madre, al tuo amore o alla tua migliore amica: bastano? No. Sono molto più complesse di così. E così è anche questo libro, “Florence” di Stefania Auci. Le parti finali sanguinano come e più della guerra, perché le vicende ora toccano te. Non stai dando stelle, stai vivendo una storia d’amore, stai soffrendo.
Kindle, smettila di chiedermi un voto. Non basterebbe, non si danno voti alle persone e alle loro storie. Le puoi solo amare, puoi solo soffrire con loro e per loro. Puoi provare l’innamoramento, l’amore, la delusione, la paura. Gioia e disperazione.
Rate this book, lasciami in pace. Lasciami respirare su Ludovico e Irene e su Firenze, sulla Guerra che uccide, sui sacrifici e sull’amicizia. Lasciami un momento per dire addio a chi mi ha dato delle emozioni. Sì è l’ultima pagina di “Florence”. Ho vissuto la Guerra, ho vissuto l’amore. E il crepacuore. Ora respiro. E poi accontento la mia macchina crudele. Rate this book: cinque stelline.
Le altre tappe del BlogTour:
3 luglio, Romanticamente Fantasy Sito (il Fantacast).
6 luglio, Dusty Pages in Wonderland (recensione).
8 luglio, Leggere Romanticamente (give away).
12 luglio, Le tazzine di Yoko (intervista).
Grazie di cuore a Annamaria e a Valentina per lo spazio, la disponibilità, l’accoglienza… Insomma per tutto. Non potevo sperare in un inizio migliore 🙂
Siamo liete di aver presentato e recensito il tuo romanzo, Stefania. Abbiamo avuto tantissimi lettori e questo ci sembra di buon auspicio per la fortuna di “Florence”. Dita incrociate!
Questo è un libro che voglio assolutamente cartaceo: ho bisogno del profumo della carta, perché in questo caso è molto più di un supporto neutro, è il simbolo di un sogno che diventa realtà, il sogno di Stefania, che mi pregio di avere come amica, un sogno di cui ho seguito la difficile evoluzione e che ora ha una fantastica (veramente, mi piace un sacco) copertina. Insomma, lo aspetto davvero.
Non sei la sola a pretendere il cartaceo per “alcuni” libri.