Che cosa c’è dietro a un romanzo, a una storia? Inventiva, abilità, ricerca? Tutto questo, direi. Comincia oggi una rubrica (non aspettatevi un calendario preciso!) che si intitola “Dietro le quinte”.

Cominciamo a curiosare: che cosa c’è dietro le quinte di “Corella, l’ombra del Borgia”, il romanzo storico di Federica Soprani?

Federica Soprani vive a Parma, cercando di coniugare da anni la passione per la scrittura col lavoro e la gestione di una famiglia che ha più zampe che arti. Si è laureata in lettere moderne con una tesi dal titolo “La figura del Vampiro nel Teatro tra ‘800 e ‘900”.
Ha pubblicato racconti in antologie, su riviste e periodici.
Insieme a Vittoria Corella ha pubblicato due serie: una poliziesco-vittoriana, Victorian Solstice, e una steampunk, Victorian Vigilante, e un romance storico, Una segretaria per Milord (Harper Collins Italia).
Il suo romanzo Corella, l’ombra del Borgia  ha vinto il Premio Letterario Mondoscrittura 2013.

Ha pubblicato con Lettere Animate, collana I Brevissimi, Il bacio del mullo; nell’antologia Diari del Sottosuolo, a cura di Diario di pensieri persi, il racconto Dancing with Roger; nella raccolta Occhi del drago di Gainsworth Publishing il racconto Le rovine; nell’antologia Oltre. Storie del futuro il racconto Il sogno della farfalla.
Nel 2015 ha pubblicato con Delos Book Come tu mi vuoi, collana Storie ardenti, incluso poi nel cartaceo Fantasie piccanti, edito da Mondoscrittura.
Nel 2017 ha pubblicato con Edizioni il Vento antico la raccolta di racconti Quello che sulla Terra sapete.

Dal 2018 collabora con la rivista “digipulp” Lost Tales.

Quella sopra è la biografia “ufficiale”. Quello che segue non lo sapevate, vero?

Ok, vediamo cosa c’è di interessante da dire di me. Mi chiamo Federica, sono nata a Parma, ridente città nel cuore verdeggiante dell’Emilia, famosa per essere stata governata da Maria Luigia, ex moglie di Napoleone, per aver dato i natali a Giuseppe Verdi e Toscanini, per il prosciutto, il formaggio e in generale per l’ottima cucina.

La mia città mi piace molto, è uno splendido posto in cui tornare.

Sono cresciuta con mia nonna Annita, che adesso ha quasi 99 anni, ma che tra una ciabattata e l’altra mi ha riempito la testa di storia sulla Grande Guerra e sui borghi di Parma. Posso dire con orgoglio (…) che la mia trisnonna, Afra, gestiva un bordello chiamato La casina gialla e che la mia bisnonna Maria ha avuto una vita molto avventurosa e 18 tra gravidanze e aborti, tutti con uomini diversi, sebbene avesse perso una gramba a soli 16 anni.
 Con un retaggio del genere ci sta che io sia rimasta gloriosamente zitella.
 Dopo 16 anni di onorata schiavitù in un ufficio, da circa un anno lavoro in proprio come grafica, copywriter, technical writer e occasionalmente falconiere.
 Amo il teatro, il cinema, le serie TV, i giochi di ruolo, soprattutto quelli dal vivo.
 Mi sono laureata con una tesi dal titolo La figura del Vampiro nel teatro tra ‘800 e ‘900.
 Ho fatto teatro e ho cantato in un gruppo rock e in un coro di musica barocca e rinascimentale. Contemporaneamente.

Scrivo, come la stragrande maggioranza della gentaglia che frequenta il gruppo di Annamaria Babette Brown Lucchese 😉

Sul mio sito trovate buona parte delle nefandezze che ho prodotto da sola o in copia con la mia degna compare Vittoria Corella. Robaccia storica, per lo più, con una particolare predilezione per la Londra vittoriana, ma non solo. Chi mi legge sa che amo far soffrire i miei personaggi al di là di ogni misercordia. Scrivo anche horror, distopico e fantasy.

Che altro dire?

È un onore e un privilegio essere qui tra voi, pezzo più, pezzo meno.

Ho scelto di parlare in particolare di Corella, l’ombra del Borgia, intanto perché è stato il primo romanzo che ho pubblicato, poi perché ne sono l’unica colpevole, non avendo coinvolto in questa nefandezza la mia usuale compagna di merende Vittoria Corella (la quale, tuttavia, ha colpa in quanto: 1) editò il romanzo per ben sei volte, 2) scelse come cognome d’arte proprio Corella, in omaggio – o spregio…. – al mio protagonista).
La genesi del romanzo è stata lunga e articolata. Anche in questo caso, come per Victorian Solstice, il romanzo nasce da un gioco di ruolo, e precisamente da una chat in cui si ruolava. Parliamo di quasi quindici anni fa…

In questa chat arrivò un tale Cesare Borgia, proprio lui, quello ‘storico’… ok, in questo caso era un vampiro, ma in passato era stato il Cesare Borgia figlio di Rodrigo Borgia, fratello di Lucrezia etc… Un giocatore splendido, come lo erano tutti gli altri che interpretavano i personaggi di cui lui si circondava, tra i quali anche Michele Corella, sicario umanista storicamente al servizio di Cesare.

Così nacque la passione per i Borgia, e iniziai a leggere libri, tanti libri, troppi libri sull’argomento. Quando mi imbattei in O Cesare o nulla, di Manuel Vázquez Montalbán, mi resi conto che avrei dovuto fare qualcosa di tutta quella passione. Fu proprio Montalban a mostrarmi la strada: io non ero destinata a scrivere di Cesare, di Lucrezia, dei protagonisti della storia. Io, che fin da piccola avevo nutrito un’empatia profonda per i comprimari, i personaggi secondari, le ‘ombre’ dei protagonisti, dovevo scrivere dell’ombra di Cesare: Michele, appunto, o Micheletto, come lo chiamava Cesare stesso.
E così fu.

Per ricerche, inevitabili per un romanzo storico, stesura e revisione ho impiegato almeno un paio d’anni, ma nel frattempo ho scritto altre cose, e comunque per un romanzo di questo genere è il minimo sindacale.

Per quanto riguarda la genesi editoriale, una volta spedito il romanzo a diverse case editrici ho atteso mesi un riscontro. Alla fine, come a volte accade, ne sono arrivati due più o meno in contemporanea, uno da una casa editrice specializzata in romanzi storici, che mi proponeva un contratto editoriale, e l’altro da un concorso, che avevo vinto, e per il quale in palio c’era la pubblicazione. Entrambe le possibilità presentavano vantaggi, ma alla fine ho optato per il concorso e per la casa editrice Mondoscrittura che lo aveva indetto, piccola, appena nata, ma piena di entusiasmo e pronta a investire in me.

E questo, come si dice, è quanto.

La recensione di Fernanda Romani a “Corella, l’ombra del Borgia”.

La recensione di Babette Brown a “Corella, l’ombra del Borgia”.

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