«Che hai fatto? Perché stai a piagne?» fa Marito, entrando preoccupato in camera.
«Perché…Sniff…» singhiozza lei, e si soffia il naso. «Perché Matesi ha appena nominato un’opera che ho letto anche io! Sono… commossa!»
«Tu non stai bene» la rimbecca lui, sdraiandosi accanto al piccolo Attila, che dorme saporitamente, col cellulare in mano. È giunto il momento della sua rassegna stampa personale tra Facebook e Instagram. Le giuoie… Che sulla bacheca sua succedesse mai quarcosa. O becchi i tizi che hanno pescato i brontosauri nei laghetti del circondario, o la notizia del RE (vedi Federer) che è resuscitato n’artra vorta… Poi dicono de Totti…
«Non è che non sto bene, ma Pirandello lo conosco, cacchio! Cioè, è emozionante! Oltretutto m’ha fatto venì voja de annà a teatro…»
«E sì, certo, ce lo vedo tu fijo corre verso er palco co la maschera e il vestito der Cavaliere Oscuro. Così Sei personaggi in cerca d’autore diventa “Più Batman”.»
«Vabbe’, ma che c’entra?» replica lei, facendo una smorfia «era pe di’… Comunque, tanto che fai lo smargiasso, lo conosci Enrico IV te?»
«Conosco quello che abita al quarto (*Maccarese è suddivisa in centri fin dalla bonifica degli Anni Venti ed è rimasta la suddivisione in tal senso… I numeri civici non fanno pe noi!)»
«Ma se sei simpatico, ao! Come na stipsi…»
«Chi era?» taglia corto lui, facendo una smorfia.
«Un tizio che prenne na botta in testa, se risveglia convinto de esse Enrico IV e vive come se stesse nel Medioevo. E l’artri, pe non fallo preoccupa’ o anna’ ancora più fori de testa, lo assecondano. Pirandello qua ha precorso i tempi de quello che succede tutti i giorni su Facebook. Tipo:
– Ao, io so Pinca Palla scrittrice!
Ma, a dire il vero…
-Shhhhht, assecondala!»
«Quindi ve assecondate tutte» fa lui, sorridendo.
«In un certo senso» conviene lei, facendo spallucce. «Di certo davanti a Pirandello verremmo presi tutti per esauriti… Ma sai quer genio che drammone t’avrebbe tirato fori da na situazione come la nostra? Tipo Tizia che se vanta de avecce zio e zia che la leggono e poi te scrive “t’ho imparato io”, che mi nonna lo diceva, ma non pretendeva de scrive un libro. Qua semo tutti pazzi assecondati da artri pazzi, però ce sta chi non guarisce e rimane malato de ego.»
«Scrivila te na commedia, no?»
«Torto che sei blasfemo, te spiego perché non lo posso fa. L’artro fine settimana ho temuto de ritrovamme quarche invasata sotto casa. Se faccio na cosa der genere me tocca vive come Saviano. Eh… te ridi, ma non lo sai fino a che punto so disposte ad arriva’ ste quattro zappe, se le vai a tocca’. Dicono che so cattiva, ma se spenno sordi pe compralle, m’aspetto come minimo che me sanno coniuga’ i verbi, e che poi non me fanno la guerra pe avejelo fatto notà.»
«Perché sei cattiva e arrogante» la rimbecca lui, ridacchiando.
«E c’ho l’anima nera, ricorda. L’anima nera. Quindi io non posso manco passa’ pe pazza, pure sta scappatoia m’hanno levato. Sai che è? Che alla fine Enrico IV è la chiara rappresentazione di una storia che va avanti da ‘na vita. Giusto l’artro giorno ho scritto un post in cui riflettevo su quanto debba esse triste esse ignoranti e non sape’ de esselo. Uno m’ha risposto che invece è più bello, proprio perché vivi nell’inconsapevolezza, e c’ha ragione. Se arrivi a un certo punto che ignori e te ne bei, alla fine, campi mejo de me che so cosciente der fatto de esse na zappa in un sacco de cose e m’affanno pe’ colma’ le lacune. Però poi subentra un problema: come la mettemo quando l’ignorante (pazzo) ostenta de esse invece sto pozzo de scienza che non è? L’ignorante consapevole se incazza perché ne sa de più, ma per quieto vive non glielo fa nota’, perché altrimenti se ritrova le macumbe che manco Amelia la strega che ammalia. Allora non stamo ad asseconda’ i pazzi pure noi?»
«Madonna, le pippe mentali che ve fate… Io me chiedo perché tutti vojono fa quarcosa de cui non so’ in grado. Ce stanno quelli in televisione che se chiamano Vip perché stanno seduti su ‘na sedia, quelli che vanno su “Il bello delle donne” e non sanno manco recita’ er nome loro… Vedi se prendono quarche carciatore che non c’ha piedi boni o se mettono… cacchio, ortre lo sport non me vengono esempi…»
«Lo vedi? Perché ar governo c’è gente che già è tanto se se distingue dalle scimmie, fanno costruì le scuole a gente che usa er bostik pe unì le pareti e pure chi dovrebbe decide pe l’istruzione, spesso e volentieri c’avrebbe bisogno de na ripassata generale. Semo un popolo de ciarlatani che se assecondano l’uno co l’altro… Me pare na cosa irreversibile.»
«No, ce vole fiducia. Se la pensamo tutti così…»
«No, non la pensamo tutti così, ma appena uno arza la testa e lo fa nota’ viene linciato in pubblica piazza. La cosa irreversibile è l’ignoranza.»
«Pirandello come ha finito il dramma?»
«Il tizio se finge pazzo pe’ sempre…»
«Ottimista pure lui…»
«Na cifra.»
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