Non è mai semplice scrivere un pezzo “giornalistico” su ciò che coinvolge implicazioni emotive profonde. Oggi provo a farlo, per la rassegna Paura sotto la pelle.2a Edizione, in questa rubrica di Bologna eventi che di solito riporta altre cronache cittadine.

GIOVANNI MODICA

Paura nasce da una mia idea – l’ho dichiarato spesso in questi ultimi mesi di presenza mediatica forse troppo assillante – affacciatasi alla mente sul palco di un piccolo teatro bolognese sul quale, ormai due anni fa, quattordici scrittori di mistero e cinque prestigiosi opinionisti continuavano a mostrarmi quanto stretto fosse il rapporto tra parole e immagini e quanti i reciproci crediti di ispirazione. Ne parlai subito, all’indomani, con Diego Collaveri, Giovanni Modica e Fabio Mundadori. Con loro l’idea è diventata un progetto e con loro un anno fa ho realizzato la prima edizione della rassegna che, pur essendo appunto una “prima”, ha goduto della prestigiosa cornice di Salaborsa e della presenza di ospiti davvero illustri: basti citare Pupi Avati per il cinema, Biagio Proietti per la fiction televisiva e Claudio Chiaverotti per la scrittura a fumetti, oltre a tanti narratori di rango che qui sarebbe troppo lungo elencare.

FABIO MUNDADORI

Ancora con Giovanni e Fabio è nata questa seconda edizione, altrettanto prestigiosa la sede (il Dipartimento di Filologia dell’Ateneo bolognese), ancor più numerosi i relatori, tutti di rilevanza nazionale e internazionale.

Preceduta da un’intensa campagna di comunicazione cui Dario Villasanta ha dato nell’ultimo mese instancabile voce, Paura2 si è aperta, giovedì 29 novembre in aula Guglielmi, con un laboratorio sulla scrittura di tensione in narrativa, tenuto da Roberto Carboni e Fabio Mundadori e indirizzato a studenti universitari. La domanda drammaturgica, le caratteristiche che uno scritto deve possedere per catturare e non perdere più l’attenzione del lettore, la tensione che deve informare non solo l’intero romanzo, ma prima ancora il capitolo, il periodo e la singola frase sono stati gli argomenti principali di un seminario che ha suscitato grande interesse e viva partecipazione dei presenti.

GIUSY GIULIANINI

Il pomeriggio in aula Pascoli ha visto l’inizio ufficiale della rassegna, con il saluto della prof.ssa Benvenuti, vice direttrice del Dipartimento, e del prof. Weber che per il secondo anno consecutivo ne è stato moderatore d’eccezione. Il proficuo rapporto con l’Università, voglio sottolinearlo, si è rivelato uno dei punti di forza della manifestazione, non solo per la concessione del patrocinio e l’accoglienza tra le sue storiche mura, ma anche per la generosità con cui ci ha incluso tra gli eventi dell’Ateneo e ne ha caldamente suggerito agli studenti la frequentazione. E soprattutto per la dignità che una simile partnership ha conferito a Paura2, avvalorando la nostra scelta di rinunciare a un festival di presentazioni letterarie in favore di un convegno in cui i differenti autori, scrittori, sceneggiatori e registi, potessero confrontare la loro visione di paura e le personali strategie adottate per creare tensione nel lettore e nello spettatore.

ANGELA CAPOBIANCHI                                              E PIERA CARLOMAGNO

La prima giornata, dedicata a “La paura nelle parole”, è trascorsa in un lampo. Mentre Fabio Mundadori saliva sul palco come moderatore e alla console di regia delle proiezioni (grazie, Fabio!), poliziotti, avvocati e giornalisti di nera (Lorenzo Maurizi, Angela Capobianchi, Piera Carlomagno e Paolo Roversi) hanno detto la loro in un workshop sull’ispirazione che la realtà professionale regala alla creatività, conclusosi con un vivace dibattito tra Matteo Bortolotti e Mariano Sabatini, scrittori entrambi ed esperti di comunicazione, da me provocati sull’intrigante tema se debba esistere un’etica nel raccontare la paura in un romanzo o nel commento mediatico di un crimine reale. Un secondo momento corale ha poi visto il confronto tra Giada Trebeschi, Letizia Vicidomini, Francesca Bertuzzi, Stefano Di Marino, Roberto Centazzo e Fabrizio Borgio sulle suggestioni storiche, psicologiche, horror, action, umoristiche e geografiche di cui il racconto di paura può colorarsi.

FRANCESCA BERTUZZI

Stefano Di Marino, Claudio Guerra, Gianluca Morozzi, Fabio Mundadori, Catia Pieragostini e Giada Trebeschi, in rappresentanza degli autori che hanno firmato l’antologia Obscuria curata da Fabio stesso (Damster Edizioni, collana #comma21), ci hanno regalato la loro personale definizione di paura. Tra loro avrebbe dovuto trovarsi anche un altro amico, assente giustificato per infortunio, ovvero Luca Occhi in duplice veste: di co-autore appunto e di patron de “Il concorso della paura”, che dalla prossima edizione di Paura sotto la pelle premierà i migliori tra i racconti pervenuti nel corso del prossimo anno, a partire da un incipit ispiratore di Roberto Carboni: “Lo chiamiamo il male, solo perché vogliamo prenderne le distanze. Come se non ci appartenesse e abitasse lontano”.

ENRICO PANDIANI, VALERIO VARESI

Sono poi saliti in “cattedra”, insieme per i tanti punti di contatto che esistono tra le loro opere, Enrico Pandiani e Valerio Varesi, il primo definito da certa critica “uno scrittore bravo come un francese”, il secondo battezzato da Le Figaro “il Simenon italiano”, a dimostrazione che tra noir italiano e polar è intessuto un fitto dialogo.

L’assolo di Loriano Macchiavelli, “Il mio concetto di noir”, ha incollato tutti alle sedie. Nemmeno mi sono provata a presentarlo, il grande maestro del noir bolognese, ho solo raccontato un aneddoto personale.

LORIANO MACCHIAVELLI

Loriano Macchiavelli è stato il primo, al di fuori del nostro stretto gruppo di lavoro, ad ascoltare la mia idea per Paura sotto la pelle: un mattino di settembre a casa sua, era il 2016, m’incoraggiò a continuare e mi regalò una sua definizione di questo concetto che, da allora, ho citato molte volte:

“Paura per me non è un serial killer nascosto nell’ombra e nemmeno una minaccia fisica, ma il non riconoscermi in un tempo e in un luogo”.

Il suo invito a interrogarci sul futuro del noir, in quanto denuncia di disagio sociale e politico, credo non debba essere ignorato.

ROBERTO CARBONI

Roberto Carboni ha chiuso i lavori della giornata con un accattivante excursus sul concetto di pre noir, inteso come il tempo, nell’esistenza dell’umanità e del singolo individuo, in cui non ci rendiamo conto del nostro inconscio. E già, solo a scriverlo, ci si rende conto di quanto l’argomento meriterebbe non qualche decina di minuti ma un intero pomeriggio. Caratteristica quest’ultima che ha accomunato tutti gli interventi della giornata lasciando a me, come mi auguro a tutti gli spettatori, la curiosità di saperne molto di più.

DARIO VILLASANTA

L’adrenalina ancora a mille, abbiamo poi imboccato la parte conviviale del programma, tra ombre dei portici e lampi natalizi di una Bologna per l’occasione finalmente invernale. La Confraternita dell’uva, ospitale caffè libreria nel cuore storico cittadino, ha accolto il bookshop dell’evento e l’aperitivo letterario con i relatori. Ancora qualche intervista da parte degli inviati di Radio Power Italia, che ha seguito in diretta la rassegna, e un bicchiere di vino per godermi finalmente i nostri ospiti, poi via, ancora portici, ancora pietre antiche, per approdare infine da Biagi, il miglior indirizzo per gustare i tortellini della tradizione, almeno secondo me che vanto nonni petroniani. E, a giudicare dai sorrisi, mi pare che i convitati siano stati d’accordo.

GIADA TREBESCHI, GIANLUCA MOROZZI, CLAUDIO GUERRA, CATIA PIERAGOSTINI, STEFANO DI MARINO

La seconda giornata si è aperta all’insegna del rapporto tra parole e immagini: un nuovo seminario sulla scrittura, questa volta per serie televisive e web, condotto da due docenti di cinema, l’immenso Valerio Caprara, il critico cinematografico per eccellenza, e il brillante Giuseppe Cozzolino che cura con lui Noir Factory, il laboratorio di scrittura cinematografica e televisiva cui entrambi hanno dato vita in collaborazione con la Scuola di Cinema di Napoli. Un excursus, il loro, a ritroso nel tempo tra i più significativi prodotti della scrittura televisiva e web, dalle recentissime e terrorizzanti Creepy-pasta al glorioso Alfred Hitchcock presents.

 

VALERIO CAPRARA E GIUSEPPE COZZOLINO

Il pomeriggio si è aperto con un assolo di Paola Barbato, perfetta per guidarci tra scrittura narrativa e a fumetti, lei che da anni firma romanzi di grande successo ed è tra gli sceneggiatori di Dylan Dog: più libera la prima espressione, più imbrigliata da vincoli tecnici la seconda.

FABIO MUNDADORI, PAOLA BARBATO, LUIGI WEBER

Cristiana Astori ed Enrico Luceri hanno poi autorevolmente testimoniato di quanti spunti la narrativa sia debitrice al cinema di paura: un’investigatrice che è studentessa di cinema per lei, frequenti omaggi ai grandi maestri della pellicola per lui. Per entrambi, un nome che svetta su tutti, quello di Dario Argento.

CRISTIANA ASTORI ED ENRICO LUCERI

E proprio alla sua factory, che ha contribuito a rendere grande il suo nome nel mondo, è stata dedicata la parte conclusiva della rassegna. Mentre cedevo la conduzione a Giovanni Modica, e Valerio Caprara e Giovanni Cozzolino subentravano al prof. Weber come moderatori, sono saliti sul palco: Antonio Tentori, precursore della critica cinematografica di genere e sceneggiatore, oltre che per Argento, anche per Lucio Fulci e Sergio Stivaletti; Luigi Cozzi, che ha firmato la sceneggiatura per due delle più celebri pellicole argentiane della “trilogia degli animali”; Angelo Jacono, organizzatore generale e direttore di produzione per ben sette film di Argento; Sergio Stivaletti, il mago degli effetti speciali che tutto il mondo ci invidia, creatore del “bambino deforme” di Phenomena e regista del recentissimo Rabbia furiosa.

GIUSEPPE COZZOLINO, ANTONIO TENTORI E LUIGI COZZI

Dall’ultimo banco dove mi ero rifugiata per godermeli tutti, li ho guardati con gli occhi spalancati della fan, ancora incredula che il nostro evento sia riuscito a coinvolgerli: davanti a me stava schierata la squadra che ha contribuito a creare i più celebri film italiani di paura, quelli che hanno reso celebre il genere nel mondo, quelli che ho visto a casa mia non appena disponibili per il circuito home video, la piena vista schermata dalle mie mani, le dita aperte per rubare qualche fotogramma alla mia paura.

SERGIO STIVALETTI, ANGELO IACONO E VALERIO CAPRARA

Si è conclusa così la seconda edizione di Paura2, la voce suadente e autorevole di Valerio Caprara che sottolineava e ampliava gli interventi dei relatori, i miei ricordi che fluivano liberi a mostrarmi quanto parole e immagini avessero contribuito in ugual misura a forgiare il mio gusto di lettore e spettatore.

Più tardi c’è stato il tempo di scambiare impressioni con il pubblico e con gli ospiti, apprezzamenti per questa edizione, spunti per la prossima. Chiamavo già amici molti di loro, ora lo sono diventati tutti.

MAURIZIO LORENZI, PAOLO ROVERSI, MATTEO BORTOLOTTI, MARIANO SABATINI E RICCARDO MEDICI

Tra i tanti momenti di questa edizione che mi hanno regalato emozioni ne ricordo due in particolare: Matteo Bortolotti che ha colto in pieno il messaggio che con questo evento abbiamo voluto lanciare, dichiarando, in un’intervista a caldo dopo il suo intervento, di aver partecipato non a un festival di presentazioni letterarie ma a un convegno all’americana tra autori, a confronto su un tema di comune passione; Valerio Caprara che, il giorno stesso, ha voluto parlare di noi in apertura della puntata di Cinematografo, regalando a noi tutti la dignità di cinefili.

LETIZIA VICIDOMINI

Ringrazio loro e tutti quelli che hanno creduto in noi e manifestato il loro interesse a vario titolo. I media partner che hanno supportato la comunicazione dell’evento: in primis la testata giornalistica web MilanoNera, con il suo direttore Paolo Roversi e la caporedattrice Cristina Aicardi, entrambi presenti all’apertura; l’associazione culturale Thrillernord con la sua presidente Nadia Beggio e l’amministratore Leonardo Di Lascia, Manuela Baldi ed Elena Lippi in loro rappresentanza; il blog Babette Brown legge per voi e la sua fondatrice Annamaria Lucchese che non mi abbandona mai; il blog Del furore dei libri e Loredana Gasparri, conosciuta di recente ma subito apprezzata; i blog Gialloecucina, I thriller di Edvige e altro tra le righe e ThrillerCaffé, che hanno contribuito a condividere i nostri contenuti sui social; le riviste LIVE-Cinema & Libri con Giovanni Fabiano, Cinecittà news e Movieplayer che hanno scritto di noi; le emittenti radiofoniche Radio Power Italia con le sue interviste e i suoi inviati, in testa Luca Gobbi; Roberto Centazzo e Noir is Rock; Marisa Macchi e Radio Capodistria, Ida Guglielmotti e Radio blu, Erika Zini e Ciao Radio, per lo spazio che hanno voluto dedicare a me in particolare. Un grazie speciale lo dedico a Paola Rambaldi, valente scrittrice e critico letterario, che anche stavolta ha voluto regalarmi la sua passione di fotografa.

ROBERTO CENTAZZO, STEFANO DI MARINO, FABRIZIO BORGIO

Il sipario cala su una rassegna che per me ha significato molto, aggiungo doverosamente perché lo spazio rubato all’attenzione dei social è stato forse eccessivo. Idee per migliorarla e spunti per arricchirla mi vorticano in testa, mentre le immagini in sequenza di quei due giorni continuano a scorrere davanti ai miei occhi.

Chiudo con un abbraccio affettuoso ad alcuni amici che hanno voluto sedere in platea per noi: gli scrittori Ornella Albanese, Caterina Guttadauro La Brasca, Marcella Nigro, Gianluca Taliani; i  cinefili Alberto Le Chiffre e Roberta Franchina Leghissa; le docenti universitarie Marina Evangelisti e Federica De Juliis.

UN MOMENTO CONVIVIALE

E un grazie al pubblico, in testa gli appassionati Paolo Bonetti e Riccardo Medici, senza il quale ogni spettacolo resterebbe fine a se stesso.

La Rubrica Bologna-Eventi

Credits: le le foto sono di Paola Rambaldi, Stefano Di Marino, Claudio Guerra.