Titolo: Non voltarti indietro.
Titolo originale: Never look back.
Autrice: Geraldine Solon.
Traduzione: Elisa Frati.
Genere: Thriller.
Editore: Babelcube Inc.
Prezzo: euro 0,81 (ebook).

Quando Dana Simmons aveva dieci anni, sua madre era scomparsa. Vent’anni dopo, con una strepitosa carriera come modella, Dana affronta un’altra perdita dopo che il padre muore di cancro ai polmoni. Presto scopre che la madre potrebbe essere ancora viva e che protegge un segreto che rischia di mettere in pericolo Dana. Nel cercare risposte, la top model intraprende un inseguimento letale che la porta a finire nel Programma Protezione Testimoni. Nonostante le promettano di proteggerla, le strappano via la carriera, la casa e l’identità, nella speranza che lei non si volti indietro. Determinata a ritrovare la pace, a Dana resta solo una scelta che potrebbe distruggerle la vita.

Confesso che mi sono versato un abbondante bicchiere di vino (sono le undici del mattino) prima di fare mente locale sul libro di Geraldine Solon, Non voltarti indietro, e poterne scrivere, perché mi sento in obbligo di uno sforzo di fantasia per capire come abbiano fatto a trarre due film da suoi romanzi.

Classificato come thriller, in realtà di ‘thrilling’ nel romanzo c’è ben poco: trama piatta e prevedibile, senza colpi di scena manco a volerli immaginare. Sembra una cronaca impersonale fatta scrivere da una maestra al proprio alunno delle elementari, come punizione o compito delle vacanze estive.

La storia, in breve, narra di una top model che, in punto di morte del padre, scopre che la madre scomparsa vent’anni prima in realtà è ancora viva e che se n’era andata per proteggerla. Da chi e da cosa? Dalla mafia russa, che vuole uccidere entrambe per un motivo risibile e che non giustifica tutto quello che succede dopo. Tralasciando il fatto che non c’è uno straccio di descrizione né di ambienti, né di caratteri dei  personaggi, questi ultimi risultano penosamente tutti uguali: basti pensare che i poliziotti e il capo della mafia russa parlano esattamente nello stesso modo, insomma non c’è differenza alcuna che caratterizzi i protagonisti e li distingua l’uno dall’altro. Dialoghi inconsistenti e poco credibili, tra l’altro. I fatti riportati non li prenderebbe sul serio neanche il mio nipote più piccolo, tanto sono campati in aria e pieni di contraddizioni.

Insomma, se avete 81 centesimi che vi avanzano (tanto costa il libro), usateli per andare a prendervi un cornetto alla nutella sotto casa (almeno, qui da me costa così); per leggere è più stimolante una guida del telefono. In conclusione, il romanzo demarca una totale ignoranza dell’autrice sui temi trattati e risulta per nulla credibile sotto ogni punto di vista.

Pare che negli Stati Uniti questa Geraldine Solon sia molto accreditata, il che mi fa riflettere sul livello culturale medio d’Oltreoceano e, per quanto piangiamo spesso sulla penuria di lettori in Italia, c’è da considerare che se il livello dei libri proposti è questo non mi  stupisce, anche se devo ammettere che neanche il peggior esordiente italiano letto in tutta la mia vita scrive storie così inutili.

Con buona pace degli sceneggiatori americani che traggono film dalle sue opere, che poi non se la prendano se qui da noi le chiamiamo con disprezzo ‘americanate’.