Ho scritto e cancellato tre volte questa recensione, prima di arrivare a un inizio soddisfacente: questo.
Non è facile recensire Erin Keller e non è facile perché vorrei che passasse chiaro il concetto che la apprezzo come autrice al di là di conoscenze, amicizie o frasi gigione. Nel mondo di Facebook è sempre difficile far intendere la propria stima verso una persona senza incappare nelle malelingue e sarebbe un vero peccato se i rapporti interpersonali tra autori pregiudicassero le qualità di uno e dell’altro.
Erin Keller l’avevo conosciuta con “Jerry è meglio” e avevo avuto modo di apprezzarla per la semplicità con cui catapultava il lettore nella storia, nonostante la brevità, nonostante il non detto. Quando ho saputo che Elias era stato sfornato, non ci ho pensato due volte e non ho aspettato copie, tempi, promozioni. L’ho acquistato. Avevo voglia di una lettura distensiva, ma emozionante, e sapevo che con Keller l’avrei ottenuta. Bene, non sono rimasta delusa.
Irlanda, Thomas Doyle, Elias.
Partiamo dall’ambientazione: inusuale, se vogliamo, ma perfettamente resa. In meno di due pagine ci si dimentica addirittura che a scrivere il libro è stata un’autrice italiana e si fa fatica a pensare che invece non si tratta di un romanzo straniero tradotto in italiano. Per le descrizioni non tanto, quanto per il modo in cui i personaggi si muovono nel contesto in cui sono collocati. E i personaggi fanno praticamente l’80% della storia, al di là della trama. Elias è profondo, ha un vissuto capace di emergere solo dal suo sguardo senza che neanche si perda tempo a raccontarlo, mentre Thomas è un figo e basta.
La trama prevede che Thomas sia reduce dalla perdita del suo compagno storico e che, per questo dolore, abbia deciso di vivere una vita sospesa, fatta di corpi caldi di notte e lavoro asettico di giorno. Elias irrompe nella sua vita come il temporale che li fa incontrare e lo sconvolge fin dalle prime battute, coinvolgendolo suo malgrado in situazioni talmente assurde da scuotere Thomas senza che neanche se ne renda conto.
Ho apprezzato particolarmente il fatto che non ci sia il sesso tutto e subito, che invece il rapporto cresca nel tempo, seppur breve, che i “tira e molla” siano proprio quello che devono essere, che la vita di entrambi i protagonisti fagociti prima l’uno e poi l’altro lasciando al destino il compito di metterci lo zampino.
Elias è un personaggio che si fa ricordare, uno di quelli che prenderesti e metteresti sul comodino come soprammobile per avere qualcosa di “puccioso” da guardare la mattina al risveglio, ed è facile entrare in empatia con Thomas e il suo sentimento crescente, perché il suo stesso istinto di protezione è quello che si scatena nel lettore pagina dopo pagina. Si prova il desiderio di aiutare Elias a emergere dalla melma in cui sguazza, di addomesticare il suo spirito selvaggio e forastico, come fosse un gattino raccolto dalla strada, e si vorrebbe essere assieme a Thomas nel momento in cui solleva la mano e lo accarezza. Perché il dolore di Elias è forte, tangibile, vero. E non servono fiumi di parole per renderlo, basta il suo sguardo tagliente, quello che si intravede dalle ciocche di capelli troppo lunghe e che, ben presto, diventano un marchio di fabbrica.
Thomas, come ho detto, è un gran figo. Non fisicamente, anche perché non ci sono molte descrizioni di lui (se non nel momento in cui Elias gli dice che lui “brilla”), ma proprio per l’impatto emotivo che ha. È un uomo che ha sofferto, affetto da crisi di panico costanti, alla ricerca di un equilibrio tra il senso di colpa del “sopravvissuto” e il desiderio di avere calore e amore accanto. Parla, ma lo fa in maniera ordinata, distaccata quasi, senza aprirsi mai, senza permettere agli altri di penetrare quello scudo che ha faticosamente lucidato per proteggere il cuore da altri scossoni. Non si può non adorarlo, e non alla stregua di un cucciolo da accarezzare, ma proprio in quanto uomo forte e fragile nello stesso tempo.
Una piccola menzione speciale va al personaggio di Anne, collega algida di Thomas, che vince il premio come “miglior personaggio non protagonista”… Le donne forti la apprezzeranno, ne sono certa.
Insomma, quattro stelline tutte meritate, quelle che coloro sul frontespizio di Elias!
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Titolo: Elias. Landmeadow Vol. 1.
Autore: Erin E. Keller.
Genere: Romance M/M.
Editore: Triskell Edizioni (maggio 2016).
Prezzo: euro 2,99 (eBook).
Thomas Doyle, dopo la morte del compagno, vive una vita a compartimenti stagni fatta di lavoro e di incontri notturni con corpi senza nome. È una vita di solitudine che gli lascia fin troppo tempo per pensare e per rimpiangere. Eppure, nonostante tutto, la custodisce gelosamente.
Ecco perché quando Elias Byrne, che sembra spuntare dal nulla e provenire dalle sue zone d’ombra, irrompe con prepotenza nella sua quotidianità, Thomas si ritrova a fare i conti con una serie di sentimenti ambivalenti, sentendo la necessità di respingere quel ragazzo tormentato, ma al tempo stesso nutrendo lo strano desiderio, difficile da accettare, di unire le loro solitudini.
Veramente, Elias ce l’ho davvero sul comodino, guardo la copertina ogni volta che vado a letto e ogni volta che mi alzo… E no, dopo averlo letto (ehi, ho una copia autografata), questi personaggi (protagonisti, “persone”) non si possono dimenticare.
Ecco xD
Sono tanto, tanto felice che Elias ti abbia colpito positivamente. La recensione è bellissima, grazie <3 Me la sono riletta tre volte perché vedere Elias e Thomas descritti e "coccolati" così è troppo emozionante…