Il Trittico Kylián/Inger/Forsythe, quarto appuntamento della Stagione di Balletto 2017-18, in scena al Teatro Costanzi da giovedì 15 a mercoledì 21 marzo  è un’occasione straordinaria per apprezzare la Grande Danza contemporanea con tre dei massimi autori del ‘900 coreografico.

Il programma è dedicato alla memoria dell’étoile e Direttrice Onoraria della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma Elisabetta Terabust, recentemente scomparsa.

Jiri Kylian, William Forsythe, Johan Inger danno vita a un trittico composto da balletti cult: in programma ‘Petite mort’ su musiche di Mozart, ‘Walking Mad’ su brani di Ravel e Arbo Part, ‘Artifact suite’ su pagine scelte di Bach e Eva Crossman-Hecht.

“Uno spettacolo emozionante, pensato per le mie étoile e per i primi ballerini che è un omaggio alla grande Elisabetta Terabust, alla quale molto devo e che tanto amava la trasformazione del balletto classico” ha dichiarato in conferenza stampa Eleonora Abbagnato, Direttrice del Ballo del Teatro dell’Opera di Roma. “L’evoluzione della Compagnia e del linguaggio sono questioni molto importanti per me: dalla poesia di Jiří Kylián, all’estremismo della danza classica di William Forsythe con le sue difficoltà tecniche e sintassi coreografiche ricercate, passando attraverso la carica di Johan Inger, Grandi interpreti e ripetitori – Cora Bos-Kroese, Yvan Dubreuil, Karl Inger, Noah Gelber, Stefanie Arndt, Amy Raymond e Allison Brown – sono qui con la nostra Compagnia per fare un ulteriore passo in avanti. I protagonisti sono i nostri giovani talenti, i primi ballerini Susanna Salvi, Claudio Cocino, Alessio Rezza e soprattutto l’étoile Alessandra Amato che appena rientrata dalla maternità si confronta con grande maturità con quello che tutti noi consideriamo un mostro sacro, Jiří Kylián. Mi auguro che il pubblico, romano e non solo, apprezzerà”.

Il sovrintendente Carlo Fuortes, presente alla conferenza stampa di presentazione del trittico ha elogiato il lavoro svolto da Eleonora Abbagnato, la crescita e la valorizzazione del corpo di ballo, e in particolare l’ampliamento del repertorio contemporaneo.  “Eccoci al quarto appuntamento della Stagione di Balletto 2017-18 con la grande danza d’autore. Due Maestri internazionali, Jiří Kylián e William Forsythe, e un allievo d’eccezione Johan Inger, con tre titoli per la prima volta qui al Teatro dell’Opera di Roma. Occuparci del classico come del contemporaneo è per noi valorizzare il Corpo di Ballo, che molta strada sta facendo in questa direzione. Abbiamo puntato sui nostri primi ballerini e sull’étoile Alessandra Amato per interpretare il vigore di questo Trittico”.

Petit Mort (1991), Walking Mad (2001) e Artifact Suite (2004): questi i titoli scelti rispettivamente per ciascun coreografo in una serata legata da molteplici denominatori comuni. Prima di tutto il Netherlands Dance Theatre, ambiente in cui hanno agito e si sono distinti i tre danzatori, ognuno con cariche e influenze diverse, ma con le carriere indissolubilmente legate. Quindi il tema del pas de deux, che nella danza classica è emblema dell’amore, del dialogo di coppia e che ha una forma ben strutturata e consolidata nel tempo. Tutti e tre i balletti scelti ci parlano delle emozioni e delle sensazioni umane, stravolgendo la concezione canonica di pas de deux per rappresentare un rapporto dualistico e a volte conflittuale tra uomo e donna che ora si traduce nell’istinto sessuale di Petit Mort, espressione francese che in italiano si traduce con orgasmo, ora nella triplice, e in alcuni momenti dannosa, relazione di Walking Mad, ora nella freddezza anaffettiva delle forme spigolose di Artifact Suite. E ancora, la possibile narratività di una danza contemporanea, in cui le coppie si prendono e si lasciano in un astrattismo che forse non è poi così autentico.

Jiří Kylián, Johan Inger e William Forsythe sono tre eccellenti coreografi della scena mondiale, riuniti qui in un programma che esplora gli orizzonti del balletto neoclassico con tre titoli mai presentati prima al Teatro Costanzi.

La coreografia di Kyliàn comprende sei uomini e sei donne per celebrare la coppia e il suo ideale di bellezza che vuole i primi atletici e attraenti, le seconde delicate e forti. Le coppie maneggiano sei fioretti che sembrano essere dei veri e propri partner, ribelli e ostinati. I fioretti traducono il simbolismo insito nell’opera, più incisivo di una vera e propria trama. Aggressività, sensualità, energia, silenzio, voluta insensatezza e fragilità sono tutti elementi che giocano in questa coreografia un ruolo rilevante. Nelle parole stesse di Jiří Kylián: “Petite Mort è un’espressione poetica e significativa per descrivere l’orgasmo di un rapporto sessuale. In francese, e in altre lingue, questa percezione è descritta come ‘piccola morte’. E così può essere. Nel momento di massimo piacere, o nel momento in cui si sta potenzialmente generando una nuova vita, siamo portati a ricordare che le nostre esistenze sono relativamente brevi e che la morte non è mai troppo lontana. Nel mio lavoro, ho creato la coreografia su due movimenti tra i più famosi concerti per pianoforte realizzati da Mozart. Ho tagliato via i movimenti più rapidi, lasciandoli come torsi mutilati. Non c’è dubbio che è perverso fare una cosa del genere. Ma lo si fa. Noi viviamo in un mondo nel quale nulla è sacro. Dal tempo in cui fu creata la musica di Mozart a oggi, molte guerre sono state combattute e molto sangue è stato versato nel corso degli anni”. L’ambientazione, spoglia ed essenziale, si anima di contrasti, in un’atmosfera in bianco e nero caratterizzata da un’estetica ricercata e sofisticata. Le luci sono firmate dallo stesso Kylián e realizzate da Joop Caboort, mentre i costumi sono di Joke Visser. A riprendere Petite Mort è Cora Bos-Kroese, con la supervisione tecnica alle luci e alle scene di Hans Boven.

Walking Mad di Johan Inger è un viaggio in cui ci si ritrova ad affrontare le proprie paure, i propri desideri più profondi, così come la leggerezza dell’essere. La coreografia, che ha fatto il giro del mondo, approda al Teatro dell’Opera di Roma, con i Maestri Yvan Dubreuil, già danzatore del Nederlands Dans Theater attualmente membro del collettivo OFFprojects, e Karl Inger, che dopo aver danzato con il Göteborg Ballet, il Balletto Reale Svedese e il Cullberg Ballet, oggi collabora con il coreografo Johan Inger in qualità di suo Assistente.

Artifact Suite di William Forsythe è la versione ridotta di Artifact, primo balletto a serata intera che Forsythe creò nel 1984 per il Ballett Frankfurt. Il coreografo americano, tedesco d’adozione, espone qui le sue teorie sull’illusione della percezione, la decostruzione, la rottura degli equilibri e la proiezione dei corpi. Artifact è un balletto emblematico in cui già nel titolo, “artefatto”, il coreografo annuncia l’intenzione di lavorare sui materiali dello spettacolo deviando costantemente dai risultati che ci si aspetta.. Artifact Suite si articola in due parti, nella prima, su musiche di Bach, due coppie principali si alternano in una serie di stupefacenti concatenazioni. Nella seconda parte, su musica di Eva Crossmann-Hecht, protagonista è invece l’intero Corpo di Ballo, che danza intrecciando complicate relazioni con i movimenti accademici. A mettere in scena Artifact Suite sono i Maestri Noah Gelber, Stefanie Arndt, Amy Raymond e Allison Brown, già tutti danzatori del Ballett Frankfurt che oggi collaborano con William Forsythe riprendendo le sue creazioni per le principali compagnie di balletto.

Una prova davvero impegnativa quindi per i protagonisti di questa serata neoclassica: l’étoile Alessandra Amato, i primi ballerini Susanna Salvi, Claudio Cocino, Alessio Rezza e i Solisti e il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma.

Kylián/Inger/Forsythe

Petite Mort

Musica (su base registrata) Wolfgang Amadeus Mozart

Coreografia e Scene Jiří Kylián

Assistente coreografo Cora Bos-Kroese

Costumi Joke Visser

Luci Jiří Kylián

Realizzate da Joop Caboort

Supervisione alle luci e alle scene Hans Boven

Walking Mad

Musiche (su base registrata) Maurice Ravel e Arvo Pärt

Coreografia, Scene e Costumi Johan Inger

Ripetitori Yvan Dubreuil e Karl Inger

Luci Erik Berglund

Artifact Suite

Musica (su base registrata) di Johann Sebastian Bach e di Eva Crossman-Hecht

Coreografia, Scene, Costumi e Luci William Forsythe

Ripetitori Noah Gelber, Stefanie Arndt, Amy Raymond e Allison Brown

LE FOTO SONO DI: Yasuko Kageyama – Teatro dell’Opera Roma

VIDEO: Petit Mort / Jiri Kylian and Netherlands Dans Theater (official)