Francia, XIV secolo. Sul finire della Guerra dei Cent’anni la storia vera, ricostruita per la prima volta da Eric Jager, dell’ultimo grande combattimento tra cavalieri, al cospetto dell’aristocrazia e del popolo. Lo scandalo che infiamma tutta la Francia ha per protagonisti il cavaliere normanno Jean de Carrouges e un nobile suo amico, il favorito dalla corte, Jacques Le Gris, accusato di aver brutalmente violentato Marguerite, la moglie del cavaliere mentre lui era in battaglia. Amicizia e implicazioni politiche sono i motivi sottesi che portano a invalidare la testimonianza della donna, e inducono durante il processo il giovane sovrano Carlo VI ad affidare l’arduo verdetto al duello di Dio: un combattimento all’ultimo sangue. Il giorno stabilito per il duello per Jean de Carrouges la posta in gioco è altissima: se fosse sconfitto, Marguerite sarebbe messa al rogo come spergiura. Partendo da un’accurata documentazione storica, inserendo cronache dell’epoca e atti legali in una vera e propria atmosfera filmica, Jager si lascia affascinare da uno degli episodi che ha maggiormente conquistato l’opinione pubblica francese all’epoca della crisi del feudalesimo e ci racconta come un appassionante intrigo di crimine, tradimento e vendetta quel duello che, nel tempo, ha assunto i toni della leggenda. La storia sconosciuta dell’ultimo grande duello giudiziario del Medioevo che ha ispirato la pellicola di Ridley Scott “The Last Duel”.
Titolo: L’ultimo duello. Una storia di scandali, intrighi e un confronto all’ultimo sangue per la verità.
Autore: Eric Jager.
Genere: Saggio storico.
Editore: BUR – Biblioteca Universale Rizzoli.
Prezzo: euro 14,25 (cartaceo).
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Un saggio documentatissimo che si legge come un romanzo. La vicenda è presto detta: una dama accusa un nobile di averla stuprata e il marito di lei sfida il fellone a quello che gli storici definiranno come l’ultimo Giudizio di Dio. Chi muore è colpevole; il suo corpo verrà esposto alle intemperie e destinato ad essere straziato dai corvi; l’anima andrà all’inferno. Se il campione della dama soccomberà, la stessa verrà dichiarata spergiura e arsa viva sul rogo. Insomma, un episodio quanto mai cruento.
Siamo abituati ai duelli “dietro il convento delle Carmelitane scalze”, oppure ai gentiluomini che all’alba si sfidano per l’onore e gli occhi di una bella signora. Azioni che si svolgono in segreto, perché ormai vietate dalle leggi. Quello di cui ci parla lo storico e scrittore Eric Jager, invece, è un duello rigidamente codificato dalle regole del tempo. La sfida deve essere autorizzata, dopo che gli attori (l’accusato, l’accusatore e la sposa di quest’ultimo) sono stati sentiti più e più volte. Ci sono di mezzo gli avvocati delle parti e i padrini. Occorrono mesi prima che giunga l’autorizzazione. E anche l’atto stesso, il duello vero e proprio, è organizzato nei minimi dettagli. Molto spettacolari, fra l’altro. Il re e la corte assistono; il popolino (migliaia di persone) si accalca dietro alla doppia palizzata che cinge il campo nel quale i due contendenti lotteranno fino alla morte di uno di loro. Si combatte a cavallo e a piedi, con l’armatura completa (25 chili circa di metallo); le armi permesse sono la lancia, la mazza ferrata, la spada e il pugnale. Una uccisione che è anche una cerimonia sontuosa, della quale si parla per mesi prima del duello e per secoli dopo.
Gli storici, nei secoli, si sono divisi equamente fra coloro che sostenevano le ragioni della dama oltraggiata e del marito; e quelli che appoggiavano la tesi dell’innocenza dell’accusato di stupro. La dama ha mentito? Il marito, in realtà, voleva impadronirsi dei beni del nemico? Ci fu una sostituzione di persona e la donna sbagliò fellone? Insomma, se ne può discutere ancora oggi, consultando la documentazione giunta fino a noi. Compresi gli appunti dell’avvocato che ebbe come “cliente” Jacques Le Gris, l’accusato di stupro.
Jager cita spesso le Chroniques di Froissart, storico dell’epoca e questo mi ha riportato alle mattinate trascorse in biblioteca per preparare la tesi. Avevo bisogno di testi sulla battaglia di Nicopoli e mi ritrovai impolverata fino ai gomiti, perché nessuno da anni e anni aveva chiesto di consultare quei libroni enormi delle Chroniques. Bei ricordi!
Se siete appassionati di storia, non fatevi sfuggire questo saggio. Vi divertirete e le numerose note non appesantiranno la lettura.
Cinque stelline.
Copia acquistata.
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