Teresa Siciliano, sì, L’Artiglio Rosa, Il Taccuino di Matesi, la temibile recensora di Amazon, ha scritto la prefazione per uno dei più famosi romance storici ambientati in epoca medievale. Si tratta di “Capelli di luna”, di Miriam Formenti, uscito in una nuova edizione che presenta qualche novità. Per festeggiare il ritorno di questo romance molto amato, vi anticipiamo che sarà in vendita a un prezzo scontato!

Cercava vendetta, troverà l’amore.

1351. Francesco Di Vieri è un capitano al servizio dei Visconti. In passato ha perso tutto, tranne il proprio nome, ma ora che gli si presenta l’opportunità è deciso a riprendersi quello che gli spetta di diritto. A ogni costo. Non importa se la prima a farne le spese sarà Viola, la figlia dell’odiato nemico, una ragazza giovane e bella dai capelli chiari come raggi di luna. 

Da un atto d’amore consumato in una taverna, nascerà una grande passione. Un amore tradito dalla gelosia e dall’orgoglio. Un amore mai dimenticato, che risorgerà dalle ceneri più vivo e bruciante di prima. 

Capelli di luna uscì la prima volta nella collana I Romanzi Mondadori da edicola nel 1989 e attirò la mia attenzione sull’autrice perché mi piacque moltissimo.

I contenuti erano spesso duri, a volte addirittura sgradevoli, ma immagino che, nonostante fossero già passati più di vent’anni dal Sessantotto, noi donne fossimo ancora influenzate dalla cultura maschilista in cui eravamo state allevate. Anche la mia generazione, come quella precedente, aveva pianto sulle vicissitudini di Diana, la nobildonna inglese rapita e violentata dallo sceicco di Hull (il rosa più spinto che io abbia letto da giovane) e perfino nei molto più casti romanzi della Rosa eravamo abituate a principi tedeschi o russi violenti e autoritari.

Per cui Francesco ci piaceva molto e lo giustificavamo: è vero che nelle prime pagine stupra la protagonista, ma lo fa non per lussuria o malvagità, ma per vendetta e per preparare la sua rivalsa. Suo intento è impedire il matrimonio fra la ragazza e Branzio, che vuole una moglie vergine al punto di pretendere una visita ginecologica preliminare, perché tale unione rafforzerebbe l’alleanza fra le due famiglie. Francesco odia i Cenzi (e questo nome, oltre a qualche particolare, fa pensare irresistibilmente alla storia di  Beatrice Cenci, anche se la vicenda si sviluppa poi in modo molto diverso) perché in passato i suoi sono stati tutti massacrati dal padre di Viola, sua madre e le sue sorelle dopo essere state stuprate e torturate, lui stesso, un bambino all’epoca, si è salvato in modo fortunoso.

È solo la prima di innumerevoli vicissitudini che la protagonista deve affrontare. Quindi il romanzo per certi aspetti assomiglia alla saga di Angelica con numerosi capovolgimenti di fortuna dalle stelle alle stalle alle stelle e poi di nuovo. Eventi durante i quali Viola mostra coraggio e senso del dovere, ma spesso anche un orgoglio eccessivo che le impedisce una lucida valutazione della personalità di Francesco e ci induce a parteggiare per lui. Il quale è un uomo del medioevo con tutto ciò che questo significa.

Però la Formenti cerca di giustificarlo per quanto possibile (in questa nuova edizione anche con qualche addolcimento in più in certi passaggi cruciali): per esempio approfitta certo della disponibilità di Viola, che ignora la sua identità e, dopo la conquista del suo palazzo, vuole solo  fuggire insieme con la sorella, ma non porta fino in fondo la sua vendetta con lei e soprattutto risparmia totalmente Maria. Ha sempre un motivo (talvolta un buon motivo) per i suoi disdicevoli comportamenti, cioè la vendetta, la paura di non essere amato, l’orgoglio. Se ricordo bene, non è mai colpevole, ad esempio, di crudeltà gratuita e, in fondo, Viola gli piace proprio perché si piega, ma non si spezza.

Del resto a questo punto, ormai, è profondamente innamorato, anche se non riesce a dimostrarlo, a causa del suo caratteraccio, tanto più che si sente colpevole per il loro primo incontro e immagina che la donna mai potrà dimenticare quello che ha subito.

Invece è innegabile una sfumatura di masochismo nella protagonista (e questo è il punto più delicato) perché Viola, pur durante la violenza, è stata addirittura sedotta. Fra i due sembra svilupparsi quindi da subito una grande passione, nonostante i loro tentativi per resistere.

La struttura dell’opera, del resto, è quella del romanzo d’appendice: quindi più volte la nostra protagonista si adatta alle circostanze, che le impongono prove umilianti e vergognose, perfino insopportabili, o cerca di ricominciare da capo.

Ma il suo destino è un altro.