Titolo: “Nuvole”.
Autore: S. M. May.
Editore: Triskell Edizioni
(ottobre 2013).
Prezzo: euro 2,99 (ebook).
La mia valutazione: tre
stelline e mezzo.
Al ritorno da una vacanza con la sua fidanzata, Luca
conosce all’aeroporto Mircea, un giovane medico, scoprendo poi che abitano
nella stessa città. È l’inizio di un rapporto intenso ma inatteso che
costringerà Luca a riconsiderare se stesso e tutta la sua vita, con, senza o
addirittura oltre Mircea.
Perché l’amore, quando ti prende, è solo uno sbuffo
rarefatto nel cielo, un’impalpabile scia che ti segna dentro, ma continua a
mutare forma sotto il tuo sguardo, senza che tu possa dominarlo o costringerlo,
o anche solo credere di farlo tuo per sempre.
 

S. M. May è nata quasi
quarant’anni fa, riuscendo ad essere per un giorno e un’ora “maggiolina” (da
cui il nome che si è scelta). Ha sempre preferito leggere e scrivere rispetto a
qualsiasi altra occupazione e la cosa all’inizio infastidiva un po’ in
famiglia, finché sua nonna ha sentenziato di lasciarla fare.
Ha pubblicato il suo primo
romanzo di fantascienza a diciannove anni e poi si è dedicata ad altro,
studiando, lavorando e viaggiando. Adora tutto ciò che è sopra le righe e
diffida dei sentimenti tiepidi, perché se non c’è la passione non c’è sapore. Vive
con marito, cuoco appassionato, e tre bimbi scatenati nel nord-est d’Italia, in
costante ricerca di una casa più grande dove fare entrare anche tutta la sua
biblioteca.
“Mircea era il primo che mettesse a soqquadro l’ordine
conosciuto delle cose, la sicurezza dei suoi affetti, la prudenza delle sue
scelte sessuali. Perché era un uomo ed era tutto sbagliato.”
Una vita tranquilla quella di
Luca: fidanzato storico di Bea e con lei chiuso in un sentimento di affetto più
che di passione, innamorato del proprio lavoro di architetto restauratore, detto “Luca
il Loquace” per la caratteristica che lo contraddistingue di “vedere” la vita
piuttosto che viverla pienamente.
Tutto questo viene sconvolto
dall’incontro casuale con un giovane medico italo-rumeno, Mircea, i cui occhi
scuri si piantano nel cuore e nel cervello di Luca. E non se ne vanno più.
Una storia che comincia per
caso e che Luca continuerà a negare per molto tempo, timoroso di vivere
davvero, e finalmente, una vita diversa ma non per questo meno appagante.
Rassicuratevi, il lieto fine
arriva, dopo che Luca si è deciso a crescere e a recidere il legame affettivo con
Bea. Un bel personaggio questa ragazza solare che conosce Luca meglio delle sue
tasche e che, capita la situazione, aiuterà quel riluttante innamorato a
prendere coscienza dei sentimenti che lo tormentano e ad accettare una scelta
non solo amorosa ma anche di vita.
Delicato e sensuale nello
stesso tempo, il romanzo tratta un argomento ancora piuttosto ostico nel nostro
Paese, quello dell’amore omosessuale, e lo fa con intelligenza e sensibilità.
Sullo sfondo una città,
Padova, che amo particolarmente e che mi fa tornare alla mia (lontanissima)
infanzia.
Un’unica pecca: quello spritz
che Luca, astemio all’ennesima potenza, si fa preparare con la cedrata Tassoni
al posto del Campari. Un veneto che non beve? Eresia!