Mainstream VS Narrativa di genere: quale preferite (leggere/scrivere)? E perché?

Santa Wikipedia ci viene in soccorso.

MAINSTREAM: il termine è usato, in genere, in vari campi della cultura e delle arti, come la musica, il cinema, la letteratura, la scienza, l’economia, il mondo dell’informazione, ecc. Il significato specifico dipende dal singolo ambito, e variabile può essere anche la sua connotazione in termini di valore, positiva, negativa, o addirittura dispregiativa, a seconda del contesto. Ad esempio, in letteratura l’attributo mainstream porta con sé un giudizio di valore positivo, indicando solitamente la produzione letteraria “non di genere”, raffrontata alla narrativa di genere, spesso considerata “di bassa qualità”, in contrapposizione “all’alta qualità” della narrativa letteraria.

NARRATIVA DI GENERE: La narrativa di genere, o letteratura di genere, è la produzione letteraria e narrativa (romanzi, racconti) scritta con l’intento di rientrare in uno specifico genere letterario. Nell’editoria contemporanea, “genere” è un termine elastico usato per accomunare opere con similitudini di personaggi, temi e situazioni, ad esempio il romanzo d’appendice, il giallo, il romanzo rosa, l’horror la fantascienza, che si sono dimostrati attraenti per particolari gruppi di lettori. I generi si evolvono, dividono e combinano, man mano che i gusti dei lettori cambiano e gli autori cercano nuovi modi per raccontare storie.

Un argomento del mercoledì nel Gruppo di Babette Brown. Riporto altri interventi di scrittori e lettori.

51FooQPhCkL._SX298_BO1,204,203,200_ROBERTA CIUFFI

Sono arrivata tardi alla letteratura di genere perché dai romanzi per bambini sono passata direttamente alla biblioteca di mio padre. I miei mi toglievano i libri la notte, mentre dormivo, e io andavo a riprendermeli. Mio padre aveva delle idee precise su quello che doveva essere letto. Per cui, poche frivolezze. La maggior parte – un’enorme parte – delle letture importanti della mia vita le ho fatte nell’adolescenza e nella prima gioventù. Mi avevano abituato il gusto a uno stile particolare, così quando all’università mi prestarono ‘Uccelli di rovo’ rimasi scioccata. Com’era scritto male! Non l’ho più riletto, per cui non so se quella prima impressione fosse veritiera o viziata dall’abitudine ad altri tipi di letture. L’unica letteratura di genere che avessi approfondito, all’epoca, era la fantascienza. Poi passai al giallo. E molto, molto tardi, al romance. Che è stata una sorta di ubriacatura. Che sta lentamente svanendo. Lo amo ancora, ma come un amante che ha tradito. E comincio a chiedermi se faccia ancora per me. La realtà è che mi piacciono le Storie, le situazioni, in cui si inseriscono i rapporti sentimentali. Non il contrario.

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618tZ+l3c8L._SX368_BO1,204,203,200_CLARA CERRI

Il dibattito nooo!

Sì, il dibattito sì. Oggi uno dei temi della maturità parlava dello spazio: ecco, io ho cominciato le mie letture “da grande” con uno dei millemila romanzi di Urania di mia madre, “Strisciava sulla sabbia” di Hal Clement. E uno dei romanzi più belli letti ultimamente, stile asciutto e divertentissimo, documentazione ferrea, suspence e trama eccezionale, è stato “The Martian” di Andy Weir (un romanzo uscito da principio in Self, peraltro!). Non parliamo poi della venerazione assoluta che ho per Stephen King.

Però. 
C’è un enorme però. Come autrice non sono mai riuscita a scrivere nulla né di Horror né di Fantascienza né di Fantasy. Scrivo qualcosa di un genere che chiamo “sentimentale”, che però evidentemente non ha tutti quegli elementi che funzionano nel rosa o nel romance, che ti fanno fare migliaia di download. Ho ricevuto vari segni di stima, ma finora non abbastanza da fare il grande passo che ti fa considerare “vera” nel mondo del mainstream, la pubblicazione con una grande o almeno una media CE. Che dovrei fare? 
(spoiler: prendermela in saccoccia e fare pace col cervello 😉 )

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51fc-wMvVAL._SX373_BO1,204,203,200_ORNELLA ALBANESE

Come continuo a ripetere (e forse ad annoiare), odio paletti, schemi, regole e generi. Adoro invece l’ibrido, anche quando ancora non “si usava”, sia come lettrice che come autrice. Andando in giro per librerie a Milano, quando è uscito L’Oscuro Mosaico, ormai qualche anno fa, ho visto che il libro era posizionato su scaffali diversi: quello del romance, quello degli storici, quello del mistery e anche quello del noir. Mi sono detta che l’esperimento era riuscito! 😉

 

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416JJiubcOL._SX331_BO1,204,203,200_LUCIA GUGLIELMINETTI

Dunque, le mie letture… potrei definirmi una lettrice onnivora se si esclude (in genere) rosa e fantascienza, pur con le doverose eccezioni anche in questi ambiti. Alcuni li ho letti e apprezzati. Fondamentalmente sono una persona curiosa e questo si vede anche nelle mie letture. Più che di generi preferiti, dunque, parlerei di autori che mi hanno rubato il cuore molti anni fa, Stephen King prima di tutti, di cui ho letto ogni riga sin da quando avevo 11 anni (e mi sono assicurata un campionario di immagini di tutto rispetto per i miei incubi). I miei studi poi mi hanno portato a sguazzare nella letteratura inglese come se non ci fosse un domani. Scrivo di vampiri, ma l’unico autore che ho davvero apprezzato in questo campo è Ann Rice con il suo Lestat. L’ondata dei vampirozzi pentiti, contriti e redenti e magari anche vegetariani e innamorati mi ha lasciato un senso di fastidio che permane tuttora e ho cercato di distaccarmene il più possibile. Per il resto, datemi un libro scritto bene e dalla trama non scontata e io lo leggo. Nella mia top 3?
 L’ombra del vento – Zafon, 
I pilastri della Terra – Follett, 
It – Stephen King.

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GLI AMICI DEL MAG

Grazie a Gli Amici del Mag per l’articolo.