Tre omicidi brutali e incomprensibili.
Solo lei può decifrare il messaggio che si cela dietro quelle morti simboliche e violente.
Luce Giordano è una che non si arrende. Mai.
Anche se, per la scelta che ha fatto, il sostituto commissario della Omicidi ha pagato e paga ancora un prezzo altissimo.
Nel lavoro e negli affetti.
Ma non si è mai pentita ed è fiera di essere una poliziotta speciale e fuori dagli schemi, che si è conquistata sul campo la stima e il rispetto della squadra.
Però non immagina che sta per affrontare la sfida più difficile, che metterà a rischio non solo la sua vita ma tutto quello per cui ha combattuto.
In una Roma notturna e oscura, sferzata da una pioggia che non dà tregua, lontana dalle rotte turistiche e dalle immagini da cartolina, qualcuno semina cadaveri, organizzando macabre messinscene e trasformando la Città Eterna in un palcoscenico insanguinato. Lo stesso sangue che domina negli incubi di Luce, un grumo doloroso di sogno e realtà.
Nello scenario da fiaba gotica del quartiere Coppedè, tra le mura abbandonate di forte Antenne e all’ombra della sagoma spettrale del Gazometro, agisce un efferato assassino, i cui delitti stringono Luce in una morsa sempre più asfissiante. Solo lei può fermarlo, con l’aiuto della sua squadra di fedelissimi e il sostegno del nuovo capo della Omicidi, un uomo che rifiuta di cedere ai pregiudizi e che combatte con le ombre di un passato che non riesce a seppellire.
È una corsa contro il tempo, su un terreno infido e mutevole, dove le certezze si trasformano in dubbi e viceversa.
Con la consapevolezza che chi ha ucciso sta per farlo ancora.
Chi si nasconde dietro la scia di feroci omicidi che insanguina Roma?
Solo Luce Giordano potrà ricomporre i pezzi del puzzle che un assassino spietato e inafferrabile sta seminando sempre più vicino a lei.
Ho riportato sopra la sinossi del primo volume della Serie Fiat Lux, “Se la città dorme”. Letto in anteprima, quando ancora le Autrici erano indecise se presentarlo a una Casa editrice o pubblicarlo in self. Alla fine, una chiacchierata con Eli & Gab è venuta fuori spontaneamente (ed è stato durissimo non fare spoiler nel riproporla qui).
Ragazze, l’ho letto d’un fiato. Alla fine, mi sono detta “Ma chi gliel’ha fatto fare?”, perché la tematica scelta può inimicarvi una parte (piccola? Grande? Vallo a sapere) dei vostri lettori. In soldoni: com’è saltata fuori la storia di Luce?
Gabriella: Intanto, ti dico subito che questo romanzo è solo il primo di una nuova serie dal titolo “FiatLux”. Per noi ha un significato particolare, perché affronta una tematica con cui volevamo cimentarci, dato che la riteniamo importante.
Elisabetta: Non solo, Luce ha richiesto molto lavoro di ricerca, raccolta materiale, colloqui con esperti – poliziotti, psicologhe, medici, magistrati editor – e persone della comunità di riferimento, che ci hanno aiutato a chiarire i dubbi e a superare i momenti di difficoltà nell’affrontare un argomento così delicato.
I vostri personaggi femminili non si adeguano mai agli stereotipi purtroppo ancora dilaganti della fanciulla bisognosa di protezione, vero?
Elisabetta: Volevamo un personaggio femminile forte e incisivo, una combattente, una che – come ha detto un grande maestro di pugilato – “non è importante cadere ma sapersi rialzare”, una che avesse avuto la forza di fare una scelta coraggiosa e di affrontarne a testa alta le conseguenze.
Di più non diciamo, perché significherebbe spoilerare qualcosa che il lettore scoprirà soltanto a un certo punto della storia, una sorta di giallo nel giallo.
Gabriella: Volevamo poi che intorno alla protagonista ci fosse un mondo di riferimento che la sostenesse e che facesse quadrato intorno a lei, ma che Luce avesse anche delle relazioni conflittuali che si svilupperanno poi con vari snodi nel prosieguo della storia.
Direi che alla base della storia e – non dimentichiamolo – di una serie, deve esserci stato uno studio matto e disperatissimo. Avete dovuto creare un intero mondo.
Gabriella: Decisamente, sì. Abbiamo svolto un lavoro capillare su quella che chiamiamo “La Bibbia” e che racchiude il mondo che hai citato: i luoghi, le atmosfere, i personaggi (che sono tantissimi, povere noi!). In particolare, abbiamo studiato i componenti della sua squadra alla Omicidi ma soprattutto il nuovo capo di Luce, Alessandro Arrighi – un vice questore appena arrivato dalla Calabria dove si è distinto per la lotta contro la ‘ndrangheta e soprannominato “Il Mastino” – e il suo partner, l’ispettore Riccardo Neri, fino a non molto tempo prima il suo migliore amico e ora in aperto conflitto con lei.
Elisabetta: chiudo la telefonata (sì, l’intervista si è svolta al telefono, visti i tempi di Covid) con una citazione. “Quanto tempo ho perso recitando per far contenti gli altri. Quante volte ho rinunciato a essere me stessa, sono stata ipocrita e ho assecondato le richieste degli altri. Ci ho provato, ho fatto quello che volevano, ho seppellito l’altra me, l’ho chiusa a chiave, l’ho imprigionata. Credevo di vivere, ma era tutta una finzione. In realtà avevo rinunciato a vivere.”
Grazie, ragazze, non vedo l’ora di veder pubblicata la vostra nuova creatura. Mi aspetto molto dalla serie. Ok, va bene, voi non mi deludete mai.
Grazie di cuore Babette, per noi, come dicevamo, Se la città dorme è un libro molto importante, amiamo Luce e speriamo che questo sia l’inizio di un lungo viaggio insieme a lei. Incrociamo tutto e ci auguriamo che anche i nostri lettori siano conquistati da questo personaggio particolare Gabriella
Molto interessante, sembra piu USA che Italia, ma in A GOOD WAY.