Informazione preliminare: “L’ultimo segreto” era stato pubblicato nei Mondadori Classic nel 2011, ma AltreVoci mi ha chiesto di poterlo ripubblicare. Era libero da diritti, per il self sono negata e ho accettato. Hanno lavorato bene, come, del resto, avevano fatto per “Scritto nelle stelle”. Vorrei raccontarvi come è nato questo romanzo.
Sono sempre stata curiosa non tanto sulle azioni delle persone quanto sul motivo per cui si agisce in un modo o in un altro. Piccola anticipazione? Nel Mariani che uscirà in autunno, Emma, la madre del commissario, gli ricorda che lui ha sempre voluto sapere il perché e il percome, anche quando era bambino. In questo, Antonio c’est moi.
Torniamo al romanzo “L’ultimo segreto”.
Mi viene in mente una donna, Giulia, che pur essendo innamorata del marito Cesare (da cui vive separata da tempo), continua a chiedergli di far annullare il loro matrimonio, perché non vuole più essere sua moglie. Gli estremi per un annullamento ci sono.
Già in questa frase ho commesso un errore: Giulia non è innamorata di Cesare, lo ama. Ed è diverso. Amare significa volere il bene. Ho cominciato a scrivere nel mio modo solito, senza sapere molto della trama, ma guidata da quella domanda: perché? Perché io l’avrei fatto? Ho dovuto scriverlo per scoprirlo. Scena dopo scena i personaggi prendevano corpo. Giulia era decisa, idealista e pratica insieme, mentre Cesare si accontentava di una vita senza preoccupazioni: l’incontro con Giulia era stato lo spartiacque della sua vita, l’evento che l’aveva maturato.
Ho scelto il periodo. No, altro errore, è arrivato con la vicenda dei due protagonisti. L’Ottocento, ma non un Ottocento generico: gli anni centrali del secolo, da quelli precedenti la prima guerra d’Indipendenza a quelli immediatamente successivi. L’evento centrale sarebbe stato la Repubblica Romana. Di sfuggita avrei accennato alla feroce repressione dell’insurrezione genovese contro i Savoia. Da giovedì 5 aprile a mercoledì 11 aprile 1848. I “moti di Genova”, che sono spesso ignorati dai libri di Storia perché non erano contro i Borboni o gli austriaci, ma contro i sovrani che avrebbero vinto.
Il romanzo è costruito con una struttura simile a un pas de deux: una coppia di ballerini solisti che eseguono la loro danza, mentre gli altri restano sullo sfondo. Giulia e Cesare si alternano come punto di vista e così si alternano i ricordi… Sì, perché la storia comincia nel 1852 e il passato dei due amanti è ricostruito con i flashback. Altre coppie, più o meno felici, dividono per brevi tratti la scena con loro, perché ci sono tanti tipi di matrimoni.
Il romance non è soltanto la storia di un amore, ci sono avventura e spionaggio. Un po’ di intreccio “noir-spy-thriller” mi aiuta a dare consistenza. Ho sofferto molto scrivendo alcune pagine drammatiche; ho faticato scrivendone una molto mondana in cui dovevo descrivere un abito da ballo. Rivedendo il vecchio testo, ho scoperto di averlo indicato prima di un colore e poi di un altro! Non riuscirei a scrivere un romance con molte occasioni mondane, sono negata! Datemi un sano e tranquillo ammazzamento e me lo giostro, ma un ballo! Invidio le colleghe che in un romanzo ne mettono tre o quattro, inclusi abiti e scarpini, tutti diversi.
1852. Giulia è una donna forte e sola: vive ritirata a Marsiglia dove la credono una giovane vedova. In realtà è molto altro: la sua è una vita fatta di rischi, di pericoli, di segreti.
E con l’arrivo di Cesare, cambia tutto. Lui è l’uomo che ha sposato e che non vede da anni, l’uomo che ha amato e che ora ritrova. Entrambi tenaci e coraggiosi, testardi e determinati, partiranno per un viaggio pieno di insidie. Un nuova missione li attende, che li porterà non solo a essere nuovamente vicini, ma anche alla scoperta del loro passato e di ciò che li ha allontanati. L’ultimo segreto intreccia la storia con l’amore, regalandoci un libro ricco di avventura ed emozioni.
Potete trovare “L’ultimo segreto” QUI.
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