Buongiorno.
L’ospite di oggi è Antonio Rapacciuolo, gragnanese doc trasferito a Bologna. Ha pubblicato due romanzi che hanno avuto un buon riscontro da parte di lettori e lettrici.

Due righe per presentarti?
Mi chiamo Antonio Rapacciuolo, sono originario di un paese del napoletano che si chiama Gragnano, noto soprattutto per la produzione della pasta. Mi sono trasferito per lavoro a Bologna nel 2008 e vivo in questa città da allora con la mia compagna. Lavoro come progettista elettronico nel campo delle auto e moto. Ho da sempre la passione per i libri, sia come lettore che come scrittore.

In quali generi ti sei cimentato?
Il mio primo romanzo racconta una storia d’amore fra un ragazzo, Luca, e una ragazza, Silvia, nella Bologna degli anni della Seconda guerra mondiale. Lui è costretto a rifugiarsi sull’appennino per non combattere; prima di partire promette che scriverà una poesia per Silvia e gliela farà avere. Purtroppo, finirà prima in carcere e poi nel campo di concentramento di Fossoli (a Carpi, vicino Modena).
Nel tempo presente un ragazzo tedesco, Franz, riceve dal nonno in punto di morte una confessione: le poesie con cui ha conquistato sua moglie non erano destinate a lei. Quindi chiede al nipote di restituirle alla legittima destinataria. Franz dovrà intraprendere un viaggio in Italia insieme ai suoi amici Paolo, Giulia e Max per svelare il segreto delle poesie e scoprire chi fosse veramente suo nonno.
Il mio secondo romanzo è un giallo ambientato a Bologna. La protagonista è un’investigatrice privata, Anna, che è tornata nella sua città di origine dopo esserne scappata a seguito di un evento traumatico. Con lei lavora all’indagine Marco, un ispettore di Polizia. Insieme dovranno risolvere il caso dell’assassinio di una donna che nessuno avrebbe voluto morta.

Come scrivi? Penna e quaderno? Tecnologia a tutto spiano?
Sempre al computer, in modo da modificare facilmente le parti che non mi convincono, oppure spostare alcune sezioni da un punto all’altro.

Quando scrivi? Sei un’allodola, o una civetta (non equivocare)?
Nei ritagli di tempo, considerando che il mio lavoro si svolge principalmente al computer.

Coinvolto sempre in quello che scrivi, oppure distaccato?
Coinvolto, scrivo solo di argomenti che mi interessano. Però mantenendo sempre il controllo della storia e dei personaggi.

Scaletta ferrea, o sturm und drang?
Una via di mezzo. So dove voglio arrivare, ma lascio ai miei personaggi la possibilità di esprimersi nella maniera più naturale possibile in base al loro carattere.

Metodico nella scrittura, oppure “quando-posso-non-so-se-posso”?
Quando posso, visto che ho un lavoro che mi impegna a tempo pieno.

Pubblichi con una casa editrice (o più di una), oppure sei un self puro? O metà e metà?
Ho pubblicato entrambi i romanzi con due diverse Case Editrici.

Ti servi di beta reader e di un/una editor, prima di mandare il testo alla casa editrice?
È indispensabile, altrimenti è difficile accorgersi da soli delle cose che non vanno.

I social: li usi per far conoscere e promuovere i tuoi libri?
Se sì: quali sono i tuoi preferiti? Perché? Quali riscontri hai notato?
Uso sia Facebook che Instagram. Su Facebook uso una pagina collegata al profilo per pubblicizzare i miei eventi. Su Instagram mi avvalgo di collaborazioni con lettori e lettrici disposte a leggere il libro e farne una recensione.

Hai una newsletter? Un sito web?
No, mai avuti.

Progetti per il futuro?
Serializzare il mio romanzo giallo. Sto già pensando alla storia e ai personaggi: probabilmente sarà un “cold-case”.

I romanzi di Antonio Rapacciuolo li trovate QUI