L’idea di scrivere “I gatti di Farfa” nacque nel settembre del 2013, proprio a Farfa, dove mi trovavo per partecipare come spettatore al Festival “Liberi sulla carta”. Un’amica la buttò così: “Perché non scrivi qualcosa anche tu?” In quel momento sorrisi“No, no, sono troppo pigro e non ho fantasia a sufficienza.” Lei insistette: “Provaci!” Rientrato a casa ripensai più volte a quelle parole: “E se ci provassi davvero? Ma da dove dovrei partire?” Quell’idea divenne ricorrente, finché un giorno mi balenò alla mente “Da Farfa, devo partire da lì. Facile, no?”

Iniziai: il materiale non mancava, quel posto mi aveva stregato, con i suoi splendidi gatti presenti dovunque, nei viottoli acciottolati, dentro le botteghe, nei davanzali delle vecchie case, con la magnificenza dell’Abbazia di Santa Maria di Farfa, delle campagne della Sabina, del fiume Farfa, menzionato da Ovidio nelle Metamorfosi. Il borgo era intriso di storia, anche Carlo Magno lo aveva visitato prima della sua incoronazione avvenuta nell’800, e questo lo rendeva ancora più affascinante ai miei occhi. Poi c’era la compagnia, un gruppo di simpatici amici con i quali vivemmo l’avventura di quei pochi giorni, emozionandoci davanti ai libri e alle presentazioni dei libri di alcuni di loro, ridendo di gusto per gli eventi esilaranti che ci capitarono. Uscivo da un annus horribilis, per tristi vicende che colpirono la mia famiglia e quel viaggio fu un tonico per il mio spirito. Sì, non ebbi più dubbi, dovevo partire da lì e parlare di Farfa. Ma non fu affatto facile, dovevo imparare a scrivere un libro, cosa non da poco. “Riuscirò a portarlo a termine?” Mi chiesi. La risposta la conoscete, riuscii nell’impresa, e fu una bella soddisfazione.

“I gatti di Farfa” parla di gatti e dei personaggi che in un modo o nell’altro ruotano attorno a loro e a quel luogo magico. Carlo, un giovane professore di filosofia, convince l’amico Davide, scrittore, a partecipare alla fiera del libro che si svolge nel borgo medievale. In realtà Carlo vuole vedere Margherita, la sua compagnia di liceo, di cui a suo tempo si era perdutamente innamorato e che si trova da vent’anni nel convento delle suore brigidine di Farfa. Durante le ultime comunicazioni telefoniche Carlo intuisce che l’amica sta attraversando un periodo difficile e non può fare a meno di correre da lei per offrirle il suo aiuto. Inizia all’aeroporto di Cagliari il viaggio di Carlo e Davide, che durante le varie tappe incontreranno altri personaggi, ognuno con le sue stravaganze.  Arrivati a Farfa, si aggiungeranno altri amici, insieme alle suore dell’ordine di Santa Brigida, anch’esse originali e spesso bizzarre. Nel convento avverrà poi qualcosa che darà un tocco di giallo alla storia.

Il romanzo tuttavia si caratterizza per lo più per le tinte umoristiche, anche se dall’intreccio emergono messaggi più profondi, quasi filosofici, che non appesantiscono mai la lettura. L’intento prevalente dell’autore è infatti quello di far sorridere e divertire, ma se tra una battuta e l’altra si inserisce una mission pedagogica, tanto di guadagnato. Il finale, a sorpresa, si svolgerà nuovamente a Cagliari, dove i due amici faranno ritorno con un nuovo ospite, con tanto di coda e vibrisse. È qui che vengono gettate le basi del sequel del libro, già in fase di lavorazione.

Titolo: I Gatti di Farfa.
Autore: Guido Spano.
Genere: romanzo umoristico, surreale.
Pag: 174

http://www.amarganta.eu/narrativa/i-gatti-di-farfa/

Quando Carlo decide di andare a trovare suor Margherita, sua ex fiamma ora brigidina nel convento di Farfa, ha in mente un viaggio come tanti. Davide, un collega insegnante, e scrittore, lo accompagna allettato dall’idea di poter partecipare come autore alla Fiera del libro che si tiene in quei giorni nell’antico borgo medievale. Sarà l’inizio di una girandola di incontri con personaggi surreali, di coinvolgimenti in situazioni improbabili, cromatismi vivaci in continua sospensione tra fantasia e realtà.

Guido Spano nasce nel 1964 in Sardegna, dove vive tuttora, nonostante sia convinto di essere un cittadino del mondo. Convive e lavora in campo sociale in attesa di conquistare il mondo, un giorno di questi. Ama i temi naturalistici, la tutela dell’ambiente e i suoi teneri cuccioli felini (di seguito nominati: Codino, Sissi, Billy e Fagiolina) da cui non riesce mai a staccarsi. Si definisce un lettore onnivoro e tendenzialmente molto esigente. Poi, un giorno… ha iniziato a scrivere quasi per gioco e gli è piaciuto proseguire. “I gatti di Farfa”, suo primo romanzo, è il risultato di questa scommessa.