Mariangela Galatea Vaglio, nata a Trieste il 5 aprile 1972, vive a Spinea, in provincia di Venezia.
Si è laureata nel 1995 in lettere antiche a Ca’ Foscari e poi ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Storia antica presso l’università La Sapienza di Roma, nel 1999. Per qualche anno si è occupata di ricerca in ambito universitario, nel 2001 ha vinto il concorso per l’insegnamento e attualmente insegna lettere nella secondaria di primo grado. Giornalista pubblicista per diversi anni, ha collaborato con Il Gazzettino, il Sole24ore, l’Espresso, e Valigia Blu.
Ha pubblicato diversi libri di divulgazione storica e romanzi: i saggi Didone per esempio, Socrate per esempio (Ultra Castelvecchi) L’Italiano è bello (Sonzogno), i romanzi storici Teodora la figlia del Circo (Sonzogno) e Teodora i demoni del potere (Piemme), le biografie di Cesare e Marco Antonio Cesare l’uomo che ha reso grande Roma e I lupi di Roma (Giunti). Ora è in libreria con il suo ultimo romanzo, un retelling mitologico dal titolo Afrodite, la verità della dea (Giunti).

Due righe per presentarti?
Mi chiamo Galatea e sono nata come blogger ormai più di vent’anni fa, quando la rete era un  Far West tutto da scoprire. Ho iniziato scrivendo sul mio blog di storia e poi non mi sono più fermata. La mia fortuna editoriale è iniziata da lì: un giorno un mio post in cui raccontavo la storia della regina Didone, dal titolo «perché le donne toste come Didone si innamorano dei cretini come Enea» è diventato virale e il mio primo editore mi ha proposto di scrivere qualcosa, come oggi si fa con i tiktoker, insomma. Il primo libro ha avuto successo, e ho continuato a scrivere.

Che genere scrivi?
Divulgazione storica e romanzi storici. Adoro la storia, soprattutto antica, e mi diverto tantissimo a raccontare le biografie dei personaggi che mi piacciono, come Cesare o l’imperatrice Teodora di Bisanzio. Ora ho fatto una incursione nella mitologia greca con il mio ultimo libro, che narra la storia della dea Afrodite, la dea dell’amore, con un taglio decisamente femminista e un po’ anticonvenzionale.

Come scrivi? Penna e quaderno? Tecnologia a tutto spiano?
Tecnologia. A tutto spiano. Apro il file e scrivo. Non avrei la pazienza di ricopiare qualcosa di scritto a mano. Però uso schemi a mano per la fase preparatoria, in cui organizzo la struttura del libro in una serie di quaderni corredati da schizzi, mappe, disegni e riassunti di articoli scientifici che parlano dei miei personaggi.

Quando scrivi? Sei un’allodola, o una civetta (non equivocare)?
Io la notte amo molto dormire, per cui scrivo di solito al pomeriggio quando sono libera e non vengo bloccata da impegni a scuola.

Coinvolta sempre in quello che scrivi, oppure distaccata?
Non penso che si possa scrivere in maniera distaccata, quando scrivi sei immersa nel mondo che stai creando. Scrivo di getto e quindi sono come risucchiata in un altrove che per me di solito è un’altra epoca storica. In pratica, un meraviglioso viaggio nel tempo.

Scaletta ferrea, o sturm und drang?
Non faccio scalette vere e proprie ma ho schemi e riassunti, soprattutto del materiale che mi serve per lo sviluppo del libro. Del resto io scrivo romanzi storici per cui l’ambientazione per me è fondamentale e io sono un po’ maniaca, quindi devo avere schede riassuntive dei saggi letti, schemi con gli incroci, ipotesi intepretative dei vari eventi che narro, schede con le fonti tradotte, etc.

Metodica nella scrittura, oppure “quando-posso-non-so-se-posso”?
Quando posso. Ho delle scadenze da rispettare, per cui devo ovviamente pianificare dei pomeriggi a cui dedicarmi solo a quello. Ma appunto li ritaglio quando non ho altri impegni.

Pubblichi con una casa editrice (o più di una), oppure sei una self pura? O metà e metà?
Ho sempre pubblicato con case editrici medio grandi, anche perché non credo che sarei capace a curare tutti gli aspetti che richiede la pubblicazione in self.

Ti servi di beta reader e di un/una editor, prima di mandare il testo alla casa editrice?
No, mando il testo direttamente agli editor della casa editrice e poi lavoro con loro. Del resto, in genere si hanno delle scadenze abbastanza strette e un passaggio ulteriore sarebbe impossibile quando devi consegnare un manoscritto entro sei mesi.

I social: li usi per far conoscere e promuovere i tuoi libri?
Assolutamente sì. La mia pagina Facebook, Galatea Vaglio Pillole di Storia ha circa 90mila follower, e poi ho account Instagram, Tiktok e il mio sito/blog, poi i canali whatsapp e Telegram. Non uso però i social solo per fare promozione, perché sarebbe noioso e controproducente: per me i canali social sono un mezzo per fare divulgazione storica.

Quali sono i tuoi preferiti? Perché? Quali riscontri hai notato?
Il social su cui ho più follower è Facebook ed è frequentato soprattutto da persone fra i 60 e 45 anni. Instagram ha un pubblico più giovane (40-30) ed è più adatto a parlare di libri, perché c’è una comunità molto attiva. Tiktok e YouTube sono frequentati da giovanissimi. Anche lì la comunità dei lettori è molto forte e dinamica. Su Tiktok alle volte mi sento proprio nonna Abelarda, ma comunque mi seguono.

Hai una newsletter? Se sì, ogni quanto invii un aggiornamento?
No, ho i canali Telegram e Whatsapp, che sono di uso più spiccio e non creano grandi problemi per la gestione dei dati e della privacy.

Hai un sito web? Se sì: è home made, oppure ti sei rivolta a un/una professionista?
Sì, galateavaglio.com. Un tempo era aggiornato quotidianamente, ora un po’ meno, ma è sempre casa mia: da lì sono partita e ci sono molto legata. Me lo fece, nell’ultima versione professionale, un mio caro amico, Paolo Valenti, che era uno degli esperti di WordPress Italia e che oggi purtroppo non c’è più. Da allora non ho più avuto il coraggio di toccare le impostazioni per una sorta di rispetto nei suo confronti.

Progetti per il futuro?
Diventare la scrittrice più letta e ricca al mondo, una roba che Rowlings scansate proprio, ovviamente.

Galatea Vaglio Pillole di Storia, su Facebook.

Il Nuovo Mondo di Galatea: sito web.

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Pensiamo di conoscere bene Afrodite, o Venere per gli antichi Romani. Cosa può avere da dirci che non sappiamo una divinità vanitosa e frivola, dea della bellezza e dell’amore, moglie fedifraga di Efesto, amante di Ares e Hermes? Tuttavia, questa altro non è che una minima parte della verità, e Afrodite non è molto contenta di essere sempre stata sottovalutata e raccontata in modo sbagliato. Per questo motivo, ha deciso di prendere la parola e di narrare la sua versione della storia. Mariangela Galatea Vaglio rielabora con creatività e originalità i miti su Afrodite, dando finalmente voce a una dea fino a questo momento guardata in modo superficiale, e con uno stile coinvolgente e ironico racconta tutte le epoche in cui è stata venerata, i suoi appassionanti amori umani e divini, i suoi scontri con le altre divinità. Quella di Afrodite è una vicenda lunga come la storia del mondo e le sue tante vite sono tutte accomunate da una sola cosa: la volontà di essere libera, come il suo potere di antica dea e forza primordiale della natura richiede, e di combattere per l’amore.

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