Le chiacchierate si sprecano, da qualche tempo. Ci divertiamo e poi, carissimi, vi usiamo come cavie. Oggi, il discorso ruotava intorno a un argomento frivolo, ma con qualche angolo serio e commovente: tatuaggi, sì o no? E perché?
Come siamo arrivati a parlare di tatuaggi? Per caso, senza volere (colpo di tosse… colpo di tosse…), avevo postato la figura di un pregevole maschio a torso nudo. Il soggetto esibiva una bella collezione di tatuaggi (oltre a essere affascinante di suo).
Ecco cosa è venuto fuori dalle nostre comuni farneticazioni. Vi risparmio i consueti commenti sui gatti che, chissà perché, vengono sempre fuori.
BABETTE BROWN – I tatuaggi mi piacciono. Devono essere belli, in numero contenuto, “adatti” alla persona che li “indossa”.
GIULIA – assolutamente a favore, purché siano ben fatti! La sapienza del tatuatore e la scelta di un bel soggetto sono fondamentali!
GEA – Tatuaggio sì, ma con misura e buon gusto.
EMANUELA – Sì al tatuaggio, ma con moderazione. I tribali sul petto o sulla spalla sono davvero accattivanti.
ANITA – Assolutamente sì.
Questo lo dice uno dei più famosi tatuatori di Roma: “Quando ho cominciato, chi decideva di farsi un tatuaggio lo faceva con coscienza e perché voleva imprimere sulla propria pelle qualcosa di importante. Oggi non è più così, è diventato una moda. Tutti si tatuano e tutti vogliono un disegnetto sulla pelle. I più non sanno neanche che significato hanno certi stili, ma allo stesso tempo non rinunciano a fare sfoggio di tribale, tattoo old school, o ideogrammi giapponesi. Ma non solo. Tutti lo vogliono e tutti si improvvisano professionisti dopo un corso di un mese su manichini di plastica. Per imparare come si fa, ci vuole la pelle, ci vuole passione e ci vuole l’essere portati. Trovo inoltre – spiega ancora Gippi – che i tatuatori abbiano perso buona parte del senso etico che dovrebbero invece avere. Non importa più a nessuno di offrire un lavoro raffazzonato e realizzato come capita”.
CHIARA – Concordo, il tatuaggio ci sta, ma con moderazione e gusto estetico… È più affascinante se dietro al tatuaggio c’è una storia.
TERESA – Tatuaggio no. Intollerabili soprattutto i tatuaggi troppo estesi e con troppi colori appariscenti. Consigliato chiedersi che effetto farà quando si diventerà vecchi: cancellare i tatuaggi è costoso e spesso non riesce.
LUCIA – Tatuaggi yes, ma non per moda. Bisogna sentirli dentro. Deve essere quasi una necessità spirituale. E mi fanno ridere quelli che vogliono la pomatina anestetica, prima di iniziare. Anche un po’ di dolore fa parte del rito. Ti stai guadagnando il diritto di averlo.
SILVIA – Tatuaggi tutta la vita… non importa il quantitativo, ma la qualità… devono essere fatti bene e avere un loro perché. Io vedo il tatuaggio come un’opera d’arte e non sopporto la gente che si tatua perché fa figo o per esibizionismo e che per giunta non sa nemmeno spiegarti la scelta del disegno.
BABETTE – È la mia opinione, sia chiaro. Credo che un atto come il tatuaggio debba avere un significato profondo: vuoi qualcosa di indelebile, un marchio che nel tuo corpo ricordi qualcosa di importante. E sai che te lo terrai anche quando sarai diventato vecchio e cadente. Fare qualcosa di incancellabile fa bene all’anima. il resto (moda, figaggine) sono sciocchezze.
MARGARET – Sì, ma moderati. Rigorosamente non a colori.
VIRGINIA – Ventimila volte sì.
EMILIANA: Sì, sì, sì.
FERNANDA – Io sono per la moderazione: pochissimi e discreti.
ISABELLA – Tatuaggio sì, se ben fatto e se si adatta alla persona. Anche un tatuaggio singolo, se è mal realizzato, volgare o eccessivo, risulta spiacevole, mentre più tatuaggi armonici e realizzati da un artista sono davvero piacevoli per l’occhio.
BABETTE – Esatto: un artista. Troppa gente che si improvvisa.
ISABELLA – Purtroppo è pieno di non professionisti che si spacciano per veri tatuatori e combinano disastri.
FRANCESCA – Dipende. Uno o due mi vanno bene, ma troppi no.
ISABELLA – Io non me lo farei, ma su Angelina Jolie i tanti tatuaggi stanno benissimo, la tigre sulla schiena è splendida! Dipende sembra dal fisico e dalla personalità che si ha.
BABETTE – Un’amica ha un drago, sulla schiena, fatto da un famoso tatuatore londinese. Bello!
DANIELA – Anche una mia amica è piena di tatuaggi. Aveva un bel drago sulla schiena. Ora lo ha quasi completamente cancellato, sottoponendosi ad una tortura con il laser. Brr! Per questo io non li faccio. So che mi stanco facilmente e mi piace cambiare, invece il tatuaggio è per la vita. Sugli altri, dipende come e dove sono messi, mi piacciono molto.
BABETTE – Ho un tatuaggio sul braccio sinistro. Babette era il nome della mia cagna. E’ stata la mia compagna in anni difficili della mia esistenza. Ho tratto da lei conforto e forza. La sua morte non ha spezzato questo legame. E il tatuaggio ne è la prova. Indelebile, per tutta la mia vita. Il nome è accompagnato dalla scritta “Sentirò sempre i tuoi passi accanto a me”.
GIULIA – Io ho un bracciale tatuato intorno al polso destro. Ho scelto un punto che, col passare degli anni, non cambia in maniera sostanziale (!) e me lo sono fatto fare dal migliore, qui a Roma. Era il 1997 e continuo a pensare che sia bellissimo! Se sei convinto, non cambi idea nemmeno dopo tanto tempo!
LUCILLA – Mio marito è tatuato su entrambe le braccia. Ha un animale marino e un soggetto militare…. Del resto, è un parà!
MONIQUE – Assolutamente sì, mio marito ed io ce ne facciamo almeno uno all’anno. I suoi sono più sobri dei miei.
LUCILLA – Il tatuaggio mi tenta da un po’, chissà che non me lo faccia davvero… Ma il difficile è scegliere il soggetto!
GIULIA – Il mio compagno si è tatuato il mio nome sul braccio! ! L’ha fatto una decina di anni fa e, contrariamente a quanto si dice, non ci ha portato sfortuna! In realtà, quando è nata nostra figlia, ha pensato di mettere una bella X su Giulia e scriverci Emma, ma poi ha cambiato idea! Scherzo! La scritta è “Giulia you are my wonderwall”, da una canzone degli Oasis e la trovo bellissima!
MACRINA – Non sono un’amante dei tatuaggi, lo confesso.
ANITA – Io ne ho cinque e tutti hanno un significato per me. Sul polso dx ho una stella marina, sul braccio sx, un leoncino, molto piccolo; dietro il collo ho una versione alternativa del simbolo di Ohm, sulla caviglia sx, all’interno, un doppio arco con una piccola scritta e sul polpaccio sx una tartaruga stilizzata con la mia iniziale e quella del mio fidanzato. Lui ha una carpa sul polpaccio dx, una fenice stilizzata dietro al polpaccio sx e sulla scapola dx ha un toro stilizzato. (La fotografia riproduce i tatuaggi di Anita, n.d.r.).
MACRINA – Ma non fa male? Io ho il terrore delle cose dolorose!
ANITA – In alcuni punti più che in altri. In realtà è un forte bruciore. Io ho sofferto per quello dietro il collo, per gli altri no. Tuttavia, è una questione molto soggettiva di resistenza al dolore e di delicatezza della pelle.
LUCILLA – Ci vuole molto tempo o è una cosa abbastanza veloce da fare?
ANITA – Dipende dalla grandezza del tatuaggio e dal tatuatore. Il mio è molto veloce.
BABETTE – Per quello che ho sul braccio ci sono voluti 30 minuti. Per gli altri, tre ore, forse quattro in tutto. Me li ha fatti Susan Floyd, bravissima, che ho beccato mentre era a Roma per un breve periodo. Sapete che penso di fare un post sul blog con tutto quello che abbiamo scritto? Sono venute fuori parecchie cose interessanti. Se non volete che compaia il vostro nome o quello che avete detto (toglierò i commenti da rossore virginale…), ditemelo.
GIULIA – Per fare il mio abbiamo impiegato ben tre sedute! Pare che io abbia la pelle di un rinoceronte, quindi doppia battuta del nero e poi i colori! E comunque il dolore c’è, ma è sopportabile! Dipende anche dal punto che scegli, ovviamente!
LUCILLA – Ho sempre desiderato un tatuaggio su un gluteo (leggasi: chiappa!). Babette puoi mettere questo commento, non mi vergogno!
BABETTE – Bene, Lucilla, prendo nota. Ovviamente, ci aspettiamo la foto del gluteo tatuato… Per quello che ne so, dove c’è ciccia, si sente molto poco. Il dolore è più forte vicino alle ossa (collo, caviglia). Sopportabile, comunque.
ANITA – Per me è stato il contrario. Nelle parti molli ho provato più dolore.
BABETTE – Alla spalla ho provato bruciore, più che dolore. Quello sulla schiena (una scritta) mi ha dato fastidio. Credo che vari da soggetto a soggetto, comunque.
LUCILLA – Tranquilla, ove mai dovessi decidermi, la foto sarà d’obbligo! Ma cosa ci tatuerei? Mumble…. Un pipistrello?
BABETTE – Deve essere qualcosa che vuoi fare tuo per sempre. Io ho qualche frase tatuata addosso. Cominciando con quella del Piccolo Principe… On ne voit bien qu’avec le coeur / l’essentiel est invisible pour les yeux. Poi, c’è il motto dei SEAL: the only easy day was yesterday. E una frase tratta dalla saga dei Dark Hunters: just because you can, doesn’t mean you should. Per finire con quella che ha fatto saltare sulla sedia Lucia Guglielminetti… dedicata a Raistan Van Hoeck. Cinque in tutto, per il momento.
MACRINA – Mi sono sempre piaciuti i tatuaggi sull’osso sacro. Quelli che spuntano dal retro del bikini. Ma non mi va di soffrire per ciò che non è strettamente necessario. E poi, purtroppo io sono pelle e ossa. Mi farebbe malissimo! Vigliacca, eh?
PAOLA – Tatuaggio Sì! Ops, avete già chiuso la discussione?
BABETTE – Pare di sì, Paola, ma il tuo entusiasmo ci conforta: tatuaggio sì, allora!
“Quando ho cominciato, chi decideva di farsi un tatuaggio lo faceva con coscienza e perché voleva imprimere sulla propria pelle qualcosa di importante. Oggi non è più così, è diventato una moda” <- THIS
Il tatuaggio è una forma rituale antichissima, portata nel mondo moderno mantenendo certe tradizioni e con altrettante contraddizioni.
Il famigerato tatuaggio da naja era quasi la norma, una buona parte di noi soldatini finiva con l'imbrattarsi la pelle e per me non fu diverso. Ma quel disegno, piccolo e truce, per me era ed è tutt'ora una piccola opera d'arte e un ricordo.
Confesso che vedermelo ridotto a moda mi rattrista, vuoi anche perché oggigiorno è più facile (ma non indolore) levarselo. Per noi era un marchio, era per sempre, quindi dovevi ponderarlo con cura.
Non sono pentito, a distanza di 20 anni mi piace ancora e non sto certo a sfoggiarlo: è lì, per me, per ricordarmi un momento della mia vita e una scelta che, per quanto futile, mi porto ancora appresso.
Ho ponderato per anni, raccogliendo frasi, motti, citazioni. Tutte parole che per me avevano un significato profondo. Poi, le ho fatte scrivere sulla mia pelle, consapevole -e felice- che mi avrebbero accompagnato per il resto della mia vita. Allora sì che il tatuaggio ha valore, se è solo una moda… muore.
io ho solo un tatoo al momento, un tribale sul collo del piede e non è stato per nulla doloroso farlo anzi il rumore cadenzato della macchinetta mi stava facendo addormentare. Ho in programma un nuovo tatoo sull’inguine, un po’ spostato in posizione Belen per intenderci, così da vederlo solo io e Ale, il mio ragazzo. Devo ancora scegliere il soggetto sono indecisa tra una fenice ed un gatto stilizzati
Io ne ho cinque, tutte scritte. Mi mancano una scritta e il famoso drago (Susie è tornata negli States, mannaggia!).