Ella S. Bennet ama follemente i libri e le belle storie. Legge e scrive in ogni minuto del suo tempo libero.
È un’autrice italiana che pubblica con questo pseudonimo i suoi romanzi rosa, alcuni dei quali ambientati in Inghilterra nel periodo Regency.
Il cognome si riferisce alla protagonista di “Orgoglio e Pregiudizio“, Elisabeth Bennet, ed è un omaggio alla grande Jane Austen; il nome e l’iniziale, invece, richiamano in qualche modo quelli reali dell’autrice.
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Due righe per presentarti?
Ella S. Bennet è uno pseudonimo; la prima parte richiama il mio vero nome mentre la seconda è un omaggio a “Orgoglio e pregiudizio”, uno dei miei libri preferiti, e in particolare a Elizabeth Bennet. Dopo aver pubblicato vari libri firmandoli con il mio vero nome, ho deciso di usare anche uno pseudonimo, all’inizio solo per vedere che cosa sarebbe successo. Scrivo e amo da sempre leggere; per me. queste due passioni sono strettamente legate.

Che genere scrivi?
Questo alias è dedicato alle storie rosa, ai romance. I primi che ho pubblicato sono due racconti romantici, di ambientazione contemporanea. I successivi sono di ambientazione Regency inglese. Mi interessava esplorare la psicologia dei personaggi inseriti in quel tipo di società. Fra l’altro, leggendo e scrivendo di quel periodo, ho posto maggiormente l’attenzione sullo stato delle donna nell’epoca: praticamente non aveva diritti di nessun tipo. Una situazione terribile… Non che non lo sapessi, ovviamente, ma è stata una conferma e un approfondimento. Del resto il diritto di voto anche in Italia noi donne lo abbiamo solo dal 1946.

Come scrivi? Penna e quaderno? Tecnologia a tutto spiano?
Mi piace scrivere a penna, e a volte lo faccio, ma da alcuni anni utilizzo soprattutto il computer, con Word oppure con Open Office. Risparmio tempo, evitando il passaggio della copia e quando serve posso correggere più e più volte un periodo.

Quando scrivi? Sei un’allodola, o una civetta (non equivocare)?
Sono una persona che va a letto tardi e che non ha bisogno di dormire troppo, quindi scrivo un poco anche la sera; però, mi sono resa conto che nelle ore del giorno (mattina e anche pomeriggio) sono più efficiente, le frasi mi escono dalle dita con meno fatica, la scrittura è più fluida e riesco a risolvere con più facilità piccoli problemi di trama. Lascio per la sera soprattutto le ricerche, che per le storie Regency (e non solo per quelle, in realtà) sono sempre necessarie, per ogni dettaglio o affermazione.

Coinvolta sempre in quello che scrivi, oppure distaccata?
È buffo, forse, ma mi sento coinvolta nella storia che scrivo come se fossi uno dei personaggi… sono tutti e nessuno, a seconda di quello che succede sulla pagina.

Scaletta ferrea, o sturm und drang?
Entrambe le cose… Inizio a scrivere solo quando ho un’idea generale della trama e di come la storia va a finire, perché ho scoperto che se comincio senza sapere bene dove arrivare rischio di non arrivare. Di solito ipotizzo anche una scaletta, che però viene puntualmente modificata durante la scrittura, o la prima revisione o l’ennesima. Questo solitamente per due motivi: perché sono i personaggi a indicare un diverso svolgimento degli eventi e/o perché la storia deve avere una sua coerenza e l’idea iniziale non sempre la garantisce. Quindi la scaletta per me è solitamente una base, ma non è un vincolo.

Metodica nella scrittura, oppure “quando-posso-non-so-se-posso”?
Sono in pensione e potrei essere metodica, ma non lo sono. Anche perché, per quanto la scrittura sia fatta per un 90% di volontà e per un 10% di ispirazione, non sempre quando ho tempo riesco a scrivere qualcosa che valga la pensa di leggere.

Pubblichi con una casa editrice (o più di una), oppure sei una self pura? O metà e metà?
Come Ella S. Bennet sono una self pura.

Hai finito il tuo libro. Prosegui da sola, o ti rivolgi ad alcune figure (professionali o no), come beta reader, editor, grafico/a…
Di solito, mi affido a una lettrice, per avere un feedback generale ed eventualmente qualche segnalazione da correttrice di bozze. Ma prima di considerare finito un testo lo rivedo moltissime volte, cercando di analizzarlo sotto vari punti di vista, sia per quanto riguarda la trama che la sintassi.

I social: li usi per far conoscere e promuovere i tuoi libri?
Segnalo le nuove uscite, di quando in quando ricordo l’esistenza di un mio romanzo con una card o una citazione; intervengo in qualche discussione su qualche gruppo, ma non partecipo molto.

Quali riscontri hai notato?
Riscontri pochissimi. Uso Facebook, Twitter, Instagram ma sono sicura che potrei anche farne a meno… Solo su Facebook ho qualche riscontro ed è il solo tramite cui ho fatto alcune amicizie virtuali.

Hai un sito web? Se sì: è home made, oppure ti sei rivolta a un/una professionista?
Un blog home made. Nella bio ho messo il link. Andate a dare un’occhiata e ditemi se vi piace.

Progetti per il futuro?
Scrivere e leggere…
Sto lavorando a un racconto di ambientazione Regency e ho iniziato anche un nuovo romanzo (stessa ambientazione), collegato alla serie “Amiche e matrimoni”, che al momento consta di due romanzi autoconclusivi. Però, sto scalpitando per passare a una storia di ambientazione contemporanea… quindi chissà.

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