“Tuo padre ha
fatto una cosa orribile. Orribile.”
“Mamma, cerca
di stare calma.! La rassicuro “Ora andiamo a casa e mi racconti tutto per filo
e per segno.”

“Se n’è
andato e a me non è rimasto nulla. Guardami!” esclama e apre i due cappotti con
fare esasperato. Per essere sincera,non mi pare proprio
nulla, considerato che indossa un numero
imprecisato di monili in oro e pietre preziose, come se avesse svaligiato il
c
aveau di una gioielleria!



Titolo: Lovangeles.
Autore: Silvia Mango.
Genere: rosa contemporaneo,
con un pizzico di ironia.
Editore: Rizzoli (Collana
YouFeel). 23 luglio 2014.
Pagine: 123.
Prezzo: euro 2,49 (ebook).
La mia valutazione: tre stelline.
Cosa c’è di peggio di tuo padre in prigione? Tua madre
che si trasferisce da te.
“Dopo mesi in cui non è successo più nulla ecco, di
nuovo, il finimondo. So già che mi pentirò di non avere apprezzato a
sufficienza la rassicurante monotonia delle mie giornate. Siamo finiti sul
lastrico. Non conosco ancora i dettagli. A presto con gli aggiornamenti.”
Loretta Cammareri, sceneggiatrice italoamericana, vive a Los Angeles e ha un
blog. Quello che non può immaginare è che la sua tranquilla esistenza, fatta di
ex amiche stronze diventate famose e sogni in celluloide ancora da realizzare,
sta per essere sconvolta. Per sempre. Il padre, il boss delle mozzarelle più
buone della California, è scappato, pieno di debiti e di capi d’imputazione, e
la madre, sconvolta e abbandonata, sta per trasferirsi da lei. Peggio di così
non poteva andare, ma Loretta non è un tipo che si demoralizza e cerca subito
un buon avvocato. Per fortuna che la vita, come il migliore dei film, riserva
anche piacevoli sorprese e così l’avvocato si rivela essere, oltre che un re
del foro, anche un “re di cuori”. E quando meno te lo aspetti Los Angeles può
diventare LoVangeles… Un divertente viaggio nella Hollywood di oggi, una passeggiata
a due sul Red Carpet.
 

A Loretta non manca niente:
1.    
Padre (il Re
della mozzarella) in galera.
2.    
Madre (nevrotica)
che piomba in casa.
3.    
Nemica acerrima diventata
famosa, famosissima, in odore di Oscar.
4.    
Ex fidanzato
rubato dalla numero 3.
5.    
Amica che non gliele
manda a dire e ha sempre ragione.
6.    
Un avvocato che
si chiama Bill Clinton. Non equivocate, NON quello
del sigaro.
Di mestiere, Loretta fa la
sceneggiatrice, è brava, ma la sua carriera non decolla. Così come la sua vita
sentimentale e i suoi rapporti sociali. Chi è la peggior nemica di Loretta? Domanda
che prevede una risposta semplice e immediata: Loretta stessa, la cui autostima
non è sotto i tacchi, bensì a miglia e miglia di profondità, tipo nella Fossa
delle Marianne (googlate e vedete).
Questa situazione opaca e,
ahimè, consolidata, viene sconvolta da una notizia terrificante: il padre di
Loretta è stato arrestato con una serie di accuse che, se provate, lo
spediranno in galera per qualche centinaio d’anni. Ciliegina sulla torta,
arriva a risiedere in pianta stabile dalla nostra una madre nevrotica,
sconclusionata, una specie di desperate wife di mezza età.
Loretta cerca di fare fronte
a questo disastro e si rivolge a un avvocato. Quel Bill Clinton? No, mi
sembrava di essere stata chiara: un altro Bill Clinton, bello, bravo, buono,
abile, non vi mando l’indirizzo nemmeno se mi promettete una barca di soldi
(non è vero, mandatemi un mp, ci accordiamo). Mentre il caso si chiarisce, nel
senso che il paparino forse se la caverà solo con qualche annetto di prigione,
ecco che arriva un colpo di fortuna incredibile: Loretta viene assunta per
scrivere la sceneggiatura di un film. Non tutto splende, però, in questo cielo
azzurro, perché la Produzione vuole la perfida-amorale-bellissima ex amica
Crystal. Proprio la ladra di fidanzati! Occorre fare buon viso a cattivo gioco,
in ballo c’è la carriera e Loretta si rassegna. Quella strega è anche una buona
attrice, somma ingiustizia a mio parere, ma Silvia Mango è spietata.
Finale a sorpresa, con storia
d’amore che si concretizza (che termine orrendo, non posso trovarne uno meno
schifoso? Sì, posso)… Finale a sorpresa, con storia d’amore che trova la sua
naturale, dolcissima conclusione (meglio) e noi ci regaliamo l’ultimo sorriso.
Una storia gradevole, giocata
sul filo di un’ironia sofisticata, che richiama quei meravigliosi film Anni
Cinquanta che nessuno sa più scrivere (Loretta, pensa tu a una buona
sceneggiatura!).